ENRICO FOVANNA
Milano

Andrea festeggia il ritorno alla vita con il giro del mondo per orfanotrofi

Ottomila bimbi incontrati, 4 mila euro in tasca, 50mila fan su Facebook

Andrea in uno degli orfanotrofi ugandesi dove si trova in questi giorni

Milano, 18 novembre 2015 - Operato al “Besta“ di Milano per un tumore al cervello quando aveva 15 anni, e guarito, si è prima laureato allo Iulm in Scienze della Comunicazione, poi ha preso un Master alla Cattolica in Cooperazione Internazionale. Quindi, per festeggiare i dieci anni del ritorno alla vita, ha deciso di fare il giro del mondo attraverso gli orfanotrofi. In tasca, solo 4mila euro ma tanta voglia di incontrare il sorriso sul pianeta.

È la storia di Andrea Caschetto, un ragazzo siciliano di 25 anni che a Milano ha ritrovato il futuro. E da qui è ripartito. Quando sentì quella frase («Andrea, hai un tumore nel cervello»), era un ragazzino. «Non ebbi paura», racconta. «Scappai di notte dal reparto con il camice bianco per andare in una sala a guardare una partita di calcio in tv. Era quella la mia unica paura, il risultato di una partita. Quella fu la mia ultima notte piena di ricordi». Il giorno dopo, il professor Francesco Dimeco con la sua equipe lo stavano operando. Operazione difficile, Andrea rischiava di perdere la parola e non solo. «Ma il medico è stato un fenomeno - dice oggi - Provai solo fastidio pensando che era il 2 novembre, una data che puzzava di morte. Però ero l’unico che ci rideva su».

Da quando è partito per il suo inedito giro del mondo, a febbraio 2015 (finirà a dicembre), denunciando anche i casi di pedofilia, Andrea ha già incontrato circa 8 mila bambini, in una ventina di aree diverse,  Sri Lanka, India, Nepal, Thailandia, Cambogia, Vietnam, Emirati Arabi, Brasile, Paraguay, Bolivia, Perù, Colombia, Ecuador, New York, Sicilia, Etiopia, Uganda, Rwanda, e Repubblica Democratica del Congo. La scommessa, spiega, è stata semplice e complessa al contempo. Partire con un budget minimo, 4 mila euro, i suoi risparmi, cercando di spendere il meno possibile.

Come? Anzitutto spostandosi sempre e solo con mezzi pubblici, bus di linea o treni. Poi facendosi ospitare il più possibile, in missioni religiose, negli stesi orfanotrofi o in case private. Mangiando spesso a casa della gente o nelle strutture in cui dormiva. Ma soprattutto ottenendo enormi sconti da alcune compagnie aeree a cui si era rivolto spiegando il proprio progetto, per esempio la Emirates, che gli ha accordato una limatura del 90% su alcune tratte. E poi qualcuno che ha mandato un bonifico sul suo conto. Per dare un po’ di visibilità al proprio sforzo, ma anche a chi gli ha dato una mano, Andrea ha aperto prima di partire una pagina facebook, con il suo nome e cognome, che oggi è seguita da oltre 50 mila persone, appassionate all’impresa. Anche la sua famiglia lo appoggia: «All’inizio erano preoccupati - sorride - all’idea che viaggiassi in zone pericolose. In certi luoghi della terra, in effetti, la vita di un bianco vale meno di dieci dollari. ma poi si sono fidati della mia prudenza e hanno creduto in me».

Cosa hai imparato Andrea? «Tante cose: ogni sorriso di un bambino è stata una lezione importante. Ma soprattutto ho capito che non c’è bisogno di un tumore per capire la bellezza della vita. Il tumore, o se vogliamo la guarigione, sono stati un motivo in più per ricordarmi che non bisogna mai essere giù di morale». Chi volesse aiutare Andrea nel suo viaggio può farlo, trovando tutti i riferimenti Iban nella sua pagina facebook.