Milano, 28 agosto 2011 - La vicenda di Filippo Penati sarà al centro anche della direzione del Pd milanese fissata per martedì prossimo. Alla riunione l’assessore comunale, Stefano Boeri, intende infatti chiedere di organizzare, a partire dalla Festa democratica che prenderà il via nei prossimi giorni, "una Conferenza Programmatica che metta al centro della discussione il rapporto tra politica, sviluppo del territorio e economia" e serva a "rigenerare" la classe dirigente.
Sul suo profilo Facebook, Boeri ha scritto: "La vicenda giudiziaria che coinvolge Filippo Penati sta mettendo in luce comportamenti illeciti e comunque inaccettabili, radicati in una parte della politica milanese e lombarda". Secondo l’assessore alla Cultura, "non si tratta solo di gravi illegalità. La cultura della tangente, la cultura del sostegno ‘in nero’ al partito (anzi alle sue correnti o componenti, o fondazioni) si è infatti intrecciata in questi anni con l’idea obsoleta che l’unica forma di valorizzazione di un pezzo di terra sia quella immobiliare. Da qui lo scambio tra aspettative immobiliari e disponibilità della politica". "Questo intreccio va rotto una volta per tutte, non solo nel Pd" ha aggiunto proponendo la conferenza che si dovrebbe chiudere entro Natale con una sostanziale rigenerazione del gruppo dirigente del Partito Democratico e dei suoi indirizzi culturali e politici".
MAURIZIO GASPARRI - Le inchieste della procura di Monza sulle presunte tangenti a Sesto San Giovanni fanno emergere il “sistema di potere dei Ds-Pd” e chiamano in causa direttamente il segretario democratico Pier Luigi Bersani. E' quanto ha detto il capogruppo Pdl al Senato: “Si scrive Penati si legge Bersani. dalle vicende di Sesto San Giovanni. Appare come la continuazione delle tradizionali vicende che hanno visto il principale partito della
“Non è un caso - ha aggiunto - che in difesa del modello Sesto sia scesa in campo anche la vecchia guardia dell’ex Pci sui propri giornali poco riformisti. Non sarà il soccorso giudiziario che vorrebbe far scattare la prescrizione a cancellare questo gigantesco scandalo. Le cifre enormi, i rapporti tra Gavio, Fassino e Bersani, proseguiti nell’acquisto superpagato delle azioni della Serravalle da parte di Penati, fanno immaginare che le risorse illecitamente pagate non servissero per singoli corrotti, ma per alimentare un sistema. E Bersani spera di farla franca come capitò ai suoi predecessori graziati dal Di Pietro magistrato che così, salvati dalla tangente Enimont i capi Pds D’Alema, Veltroni, Fassino ecc..., si avviò verso la carriera ministeriale insieme alla sinistra a cui aveva garantito immeritata impunità”.
Ha concluso Gasparri: “Dall’Enimont e dalle coop al metodo Sesto gestito da Penati braccio destro di Bersani la storia non pare diversa. Serve una campagna di verità. E’ questo il vero e illecito costo della politica. Bersani non si illuda di sfuggire alle sue colpe politiche e morali. Così come Penati e i compagni di Sesto non potranno evitare la realtà. C’è tutta una storia da riscrivere. Dalla Napoli degli anni ottanta all’area Falck”.
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