Milano – Dal micro al macro, dalle politiche per la mobilità nel centro di Milano alla delega di politiche alle Regioni. In sintesi: da Area C all’autonomia differenziata. Due campi sui quali ieri il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e la sua maggioranza sono entrati a gamba tesa sul sindaco Giuseppe Sala e il Comune. Per quanto riguarda la congestion charge che limita l’ingresso dei veicoli nel centro città, il Consiglio regionale ieri ha approvato una mozione di Alessandro Corbetta, capogruppo della Lega al Pirellone, con la quale si “impegna la Giunta regionale a promuovere, nelle opportune sedi istituzionali, un’interlocuzione con il Comune di Milano finalizzata ad evitare l’ipotesi di pagamento per l’accesso in Area C durante i weekend e nei giorni festivi”. Nel mirino c’è, quindi, quell’estensione del pagamento del ticket che Sala e i suoi vorrebbero attuare nei primi mesi del 2025.
Evidente che la mozione abbia ben poche possibilità di riuscire in ricadute concrete, il tema è tutto politico. Nette, a tal proposito, le parole proferite in aula da Giorgio Maione, assessore regionale all’Ambiente e al Clima, che ha definito il pagamento della congestione charge nel fine settimana una “misura ideologica, punitiva nei confronti dei cittadini meno abbienti perché chi, invece, può pagare continuerà ad entrare, contraddittoria rispetto alle politiche della Regione” ma anche poco efficace “perché l’estensione territoriale di Area C è irrilevante rispetto al territorio della Lombardia”.
Nei giorni scorsi era stato un altro assessore regionale, Franco Lucente, titolare della delega ai Trasporti, a promuovere la raccolta firme contro la misura della Giunta milanese. Dura pure la replica di Paolo Romano, consigliere regionale del Pd, che ha caldamente invitato il centrodestra lombardo a preoccuparsi di far funzionare Trenord, il cui “servizio reso ai pendolari – secondo l’esponente Democratico – fa vomitare”. La mozione leghista è infine passata con 44 voti (tutti della maggioranza) a favore e 22 contrari.
Quindi l’altro intervento a gamba tesa. Protagonista, questa volta, il governatore Fontana che commenta così il supporto del sindaco di Milano alla raccolta firme per l’indizione di un referendum aborgativo dell’autonomia differenziata: “Io non sono convinto che lui ci creda perché sennò non invocherebbe l’autonomia per la Città Metropolitana, ma credo che lo debba fare per questioni di obbedienza politica. Se ci dovesse credere mi deluderebbe – ha aggiunto Fontana – perché non si rende conto che l’autonomia non è nulla di quello che i suoi amici di partito raccontano, ma sa benissimo che si tratta di un nuovo modo di impostare il nostro Paese per renderlo più efficiente, più rapido e più veloce. Credo che si stia facendo una brutta speculazione politica e che si rischi di perdere un’opportunità per costruire insieme una riforma che potrebbe essere un grande vantaggio per il nostro Paese”.