
Guido Bardelli durante il suo discorso in consiglio comunale: sarà l'ultimo, dato che ha rassegnato le dimissioni, dopo che il suo nome (e le sue chat private) sono comparse nelle carte dell'inchiesta Urbanistica
Milano, 10 marzo 2025 – Adesso è ufficiale, al di là delle pratiche formali: Guido Bardelli non è più l’assessore alla Casa del Comune di Milano. Lo ha annunciato in consiglio comunale, durante una seduta in cui sono stati affrontati gli ultimi sviluppi dell’inchiesta Urbanistica, a partire dall’arresto dell’ex vicepresidente della commissione comunale Paesaggio Giovanni Oggioni.
Nelle carte dell’indagine, il nome di Bardelli è presente in più di un’occasione. Così come sono presenti le sue chat private. In una di queste l’ormai ex assessore e l’architetto finito ai domiciliari si scambierebbero opinioni riguardo un presunto piano per far cadere la giunta Sala.
I tre punti
Bardelli, non indagato, ha espresso la sua irritazione riguardo la diffusione ai media di dialoghi privati. "Ho a cuore che la giunta possa proseguire la sua azione, rimetto il mio mandato a beneficio della libertà e serenità di tutti”, ha detto l’ex esponente della giunta Sala, rimasto in sella nemmeno nove mesi, visto che fu nominato nel giugno dell’anno scorso al posto di Pierfrancesco Maran, eletto all’europarlamento.
"Un'altra cosa che mi sta a cuore è che sia rispettata la segretezza della corrispondenza come dice la Costituzione e di ogni altra forma di comunicazione – ha aggiunto – La terza cosa che mi sta a cuore è la tutela delle persone a me care, le mie dimissioni possono realizzare ognuna di queste cose".
Bardelli ha sottolineato in aula come c'è stata in questa vicenda "la divulgazione dei miei messaggi privati utilizzati a sostegno di tesi contenute in atti giudiziari non a me rivolti. Con un effetto negativo di cui ovviamente mi rammarico molto".
"Equivoco sconcertante”
Inoltre ha parlato del dispiacere perché il suo nome, cioè Guido, "in un atto istruttorio è stato attribuito alla mia persona anche se non c'era la certezza, come poi è emerso. Infatti quel Guido non ero io - ha detto -. L'equivoco oggi superato mi ha sconcertato". "C'è un terzo fatto cioè che in un lancio di agenzia è stato nominato un mio familiare - ha concluso -, anche questo è un elemento che mi ha portato a dare le dimissioni".
Sala: “Preso le distanze dal Salva Milano, ma non è una resa”
"Ho ritenuto un atto dovuto prendere le distanze dal salva Milano ma non è una resa”, ha detto Giuseppe Sala in aula. “D'ora in poi ci metteremo in attesa per capire cosa il parlamento vorrà fare e lo faremo senza intervenire. Io stesso ho fatto continui richiami alla necessità di stringere i tempi, a questo punto non aprirò più bocca sul tema. Mi pare che sia la politica che si stia arrendendo se in 12 mesi non si riesce a fare una norma così è difficile convincere la gente dell'efficacia della azione politica”.
E poi ha difeso l’operato del Comune: “Non riteniamo di avere violato la legge per cui la nostra avvocatura continuerà a difendere le nostre ragioni”. In questi anni, ha aggiunto, “abbiamo vinto in sede giudiziaria più volte a seguito di ricorsi che sono stati presentati. Poi al rivelarsi di fenomeni corruttivi la giustizia farà sicuramente il suo corso. Se ci sono illeciti mi auguro che vengano sanzionati con fermezza e il Comune, quando sarà il caso, si costituirà parte civile”. Un conto, ha concluso, “sono i singoli casi di corruzioni, che vanno sanzionati con nessuna tolleranza e accertati con sentenze definitive, un altro conto sono le politiche urbanistiche, secondo noi, legittime”.