MARIANNA VAZZANA
Politica

L’agenda di Cecilia Strada all’Europarlamento: “Ricostruire i diritti e puntare alla giustizia sociale”

La figlia dei fondatori di Emergency è stata eletta al Parlamento europeo con più di 280mila preferenze: “Il Pd deve continuare a mettere al centro le persone e i diritti umani”

Cecilia Strada, capolista Pd eletta all'Europarlamento con oltre 280mila preferenze

Cecilia Strada, capolista Pd eletta all'Europarlamento con oltre 280mila preferenze

MILANO – “Un’onda di cittadine e cittadini che vogliono riprendersi i loro diritti. Da qui cominciamo a lavorare oggi. Siamo contentissimi". Così in piazza Scala Cecilia Strada, figlia dei fondatori di Emergency, capolista Pd, commenta il risultato che la porta al Parlamento europeo: 283.145 preferenze nella circoscrizione Nord Ovest, 45.955 a Milano, seconda solo a Giorgia Meloni (623.684, di cui 48.436 a Milano).

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Meglio delle aspettative?

"Quando nei giorni scorsi sentivo dire “andrà bene“ io pensavo “è già andata bene“. Avrei voluto che tutti vedessero con i miei occhi, e mi immagino l’effetto moltiplicato agli occhi di Elly Schlein, le piazze: c’è una grande speranza di riorganizzare. Una forza di cittadine e cittadine che dicono “riprendiamoci i nostri diritti“. Io sono cresciuta in un mondo in cui si scendeva in piazza per difenderli, ora c’è proprio da ricostruirli. E quello che io ho visto in cinque settimane di campagna elettorale, in 15mila chilometri, 70 comuni, centinaia di incontri è stata una varietà straordinaria. Tutti uniti da un punto: è troppo seria e drammatica la situazione per non fare tutto che possiamo. Questa è l’onda da cui partiamo".

Ora ci sarà da costruire una maggioranza al Parlamento europeo. Qual è l’orientamento che il Pd deve prendere?

"Il Partito democratico deve continuare con ciò che sta già facendo: mettere al centro le persone e i diritti umani. Fare ciò che è giusto. Ricostruire il diritto alla salute, al lavoro, alla casa. Questo è l’orientamento che deve avere. In sintesi, puntare alla giustizia sociale".

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A Milano il Pd è primo partito, Alleanza Verdi Sinistra il terzo, ha superato anche la Lega nella città di Matteo Salvini: un messaggio abbastanza chiaro?

"Chi è Matteo Salvini? Sì, è un segnale molto importante. È quello che abbiamo visto nei 15mila chilometri di campagna elettorale. Il collegio Nord Occidentale è molto grande, comprende quattro regioni, e abbiamo trovato ovunque la stessa voglia di fare, a Milano e altrove. A Milano forse di più? Sì. Vuol dire che siamo più fortunati da tanti punti di vista e che dobbiamo impegnarci di più. Il punto dello stare al mondo quando si ha un privilegio è restituire un po’ del nostro privilegio e fare di più".

Lei ha parlato di “pace giusta“. Come concretizzarla, ora?

"Noi siamo abituati a considerare la pace come un qualcosa tra una guerra e l’altra. La pace giusta è garanzia dei diritti, non mette le basi per una guerra successiva. Ci sono molte cose che dovremo fare a riguardo nei prossimi anni in Europa: cominciamo dai Corpi civili di pace europei, non ne abbiamo mai avuti. Ma tutti quanti sappiamo che la difesa comincia con la diplomazia, e vogliamo un’Europa che cominci a parlare con una sola voce, a partire da giugno, dalla conferenza sulla pace di alto livello in Svizzera per l’Ucraina".