Milano, 30 aprile 2020 - «Chiediamo al presidente Fontana una discontinuità, ma le dimissioni di Gallera non bastano per mettere una pietra sopra a tutto ciò che è successo". Il Pd lombardo va all’attacco, con una mozione che chiede al Consiglio regionale di impegnare il presidente Attilio Fontana a "rivedere radicalmente l’assetto, politico e tecnico, dell’assessorato al Welfare e dei vertici della sua Direzione Generale". Questo "poiché è venuta meno la fiducia necessaria, indispensabile per affrontare con determinazione la fase della ripresa e garantire la progressiva normalizzazione del sistema sanitario e sociosanitario in una situazione di pandemia che ancora non può essere considerata sotto controllo". Sul banco degli imputati la gestione dell’emergenza coronavirus. Il capogruppo del Pd al Pirellone, Fabio Pizzul, ha detto di aspettarsi "che dall’approvazione di questa mozione arrivino dei gesti conseguenti del presidente Fontana, che devono passare anche dalle dimissioni di Gallera, che però non bastano".
Non si tratta, ha chiarito il capogruppo, "di una mozione ad personam ma ‘ad istituzionem’", perché "la colpa non è personale ma è politica e istituzionale. Poi è chiaro che alla guida dell’assessorato politicamente c’è Giulio Gallera e tecnicamente c’è il dottor Luigi Cajazzo (il direttore generale, ndr), però non è una mozione contro loro due". I “dem“ chiedono che si prenda atto di tutti i problemi rimasti irrisolti, "dalla sanità territoriale che si è dimostrata assolutamente carente alla vicenda delle Rsa e dei tamponi, ancora troppo pochi". Per il segretario regionale Vinicio Peluffo, "è giunto il momento che il Consiglio regionale tutto prenda atto della gestione disastrosa dell’emergenza sanitaria". Alla mossa del Pd ribatte Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera e consigliere comunale a Milano. "La richiesta di sfiducia per l’assessore Gallera è un atto proditorio – sottolinea – un tradimento nei confronti non solo di quello spirito repubblicano più volte evocato dal presidente Mattarella, ma anche dell’intera Lombardia. Non pretendevamo le medaglie da parte dei dem, ma certo non ci aspettavamo un atto di sciacallaggio politico. Attendiamo dal sindaco Sala in primis, ma anche dal segretario nazionale del partito Zingaretti, una presa di distanza netta ed inequivocabile".
Intanto si apre un nuovo fronte sui mercati scoperti, con una lettera che alcuni esponenti del Pd hanno scritto a Fontana per chiedere di modificare l’ordinanza regionale che dà la possibilità ai Comuni di aprirli nel rispetto delle misure di sicurezza. "Sono sorpreso – spiega Fontana – pochi giorni fa il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, polemizzava con la Lombardia dicendo pubblicamente che non poteva aprire il mercato perché non aveva l’ok della Regione. La nostra ordinanza è frutto di un accordo con Anci".