Milano, 28 maggio 2019 - Il 27,3% della Lega a Milano non è male, anzi, è un dato in crescita di dieci punti rispetto alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 (17,4%), addirittura quadruplicato rispetto al 7,4% delle Europee del 2014, ma il vicepremier e leader del Carroccio Matteo Salvini sa bene che è un risultato che non basta per strappare Palazzo Marino al centrosinistra.
Non a caso, durante la conferenza stampa di commento dei dati delle Europee convocata nel quartier generale dei lumbard in via Bellerio, Salvini commenta: «In tutte le regioni c’è almeno un Comune in cui Lega è ampiamente primo partito con 40% dei voti o di più, percentuali a cui vorrei portare la Lega nella mia Milano». Eh già, la città natale del Capitano leghista non è ancora sui livelli elettorali di altre città che magari il vicepremier ha visitato una sola volta in vita sua. Un tarlo che inizia a rodere Salvini. Certo, il capoluogo lombardo, dopo l’era Formentini 1993-1997, in cui la Lega raggiunse il 40%, non è mai stata una città affettuosa con il Carroccio. Dal 1997 al 2011 è stata berlusconiana, dal 2011 in poi è stata pisapiana, poi renziana e adesso è guidata da un sindaco, Giuseppe Sala, che può ancora vantare una maggioranza relativa di centrosinistra in città, nonostante l’avanzata travolgente della Lega nel Nord e in Italia.
Milano non è sovranista, almeno per ora. Salvini ha organizzato all’ombra della Madonnina le manifestazioni più importanti del suo mandato da segretario della Lega, dal corteo «Stop all’immigrazione» del 18 ottobre 2014 fino all’ultimo comizio milanese pre-Europee con tutti i leader sovranisti continentali. Ma niente da fare. La Lega cresce, ma non sfonda ancora nel capoluogo lombardo e non va oltre il 19,4% nel centro storico e il 30% nelle periferie. Serve una strategia diversa per conquistare i milanesi? Il capogruppo del Carroccio a Palazzo Marino Alessandro Morelli, per ora, si augura che «questo voto, molto potente soprattutto a livello nazionale, serva alla città ad aprire gli occhi sui bluff dell’amministrazione Sala». Carlo Fidanza, deputato milanese di Fratelli d’Italia, appena eletto nell’Europarlamento, invita il centrodestra a darsi una mossa in vista della sfida per Palazzo Marino: «Noi di FdI continuiamo a crescere, siamo oltre il 5% e vogliamo allargare i nostri confini. Ma il centrodestra deve lavorare insieme da domattina per le Comunali e ragionare su un candidato sindaco che possa essere competitivo. La sfida è aperta, ma non è facile».