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Politica

Regione Lombardia, il presidente leghista Fontana vota con le opposizioni sul fine vita: “Si muova il governo”

Pregiudiziale di legittimità costituzionale: nell’aula del Pirellone prevale la linea di Fratelli d'Italia, ma nelle file della maggioranza spuntano sei dissidenti

Milano, 19 novembre 2024 –  Il Consiglio regionale lombardo ha scelto di rinunciare ad aprire un confronto che potesse portare all’approvazione di una legge che definisca le procedure e le tempistiche con le quali garantire il suicidio medicalmente assistito ai malati terminali che ne facciano richiesta e che versino nelle condizioni previste dalla Corte Costituzionale per poter essere autorizzati a ricorrere al Fine Vita.

Inaugurazione di Piazza della Scienza a Milano
Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana

Nell’aula del Pirellone è infine prevalsa la linea di Fratelli d’Italia e la maggioranza di centrodestra ha votato a favore della pregiudiziale di legittimità costituzionale presentata da Matteo Forte, presidente della Commissione Affari Istituzionale, ciellino doc approdato proprio nel partito di Giorgia Meloni.

Detto altrimenti: nonostante la sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale, il centrodestra lombardo ha deciso che la Regione non può varare alcuna legge sul suicidio medicalmente assistito perché la competenza in materia è esclusivamente statale. Non tutto il centrodestra, però, si è attenuto alla linea: i voti favorevoli alla pregiudiziale sono stati 43, quelli contrari 34, nessun astenuto. 

Il voto è avvenuto a scrutinio segreto su richiesta delle opposizioni di centrosinistra, che hanno votato contro la pregiudiziale affinché si aprisse un confronto di merito sul tema. Traducendo in parole la matematica d’aula, emerge però un dato: nelle fila della maggioranza ci sono stati 6 dissidenti.

Tra questi, secondo indiscrezioni circostanziate e fonti qualificate, ci sarebbe anche il presidente della Regione, il leghista Attilio Fontana, che già nelle scorse settimane non si era nascosto: aveva pubblicamente esortato i consiglieri regionali a non approcciarsi al tema in maniera ideologica riscuotendo l’apprezzamento di Marco Cappato, il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, promotrice della legge di iniziativa popolare sul Fine Vita insieme al Comitato Liberi Subito.

"Mi sembra che il voto sia andato in una certa direzione, del resto l’Aula è sovrana e ha deciso di porre una questione di carattere pregiudiziale. Ma c’è stata libertà di coscienzaha sottolineato, non a caso, Fontana a margine della votazione –: qualcuno ha votato a favore, qualcuno ha votato contro".

Poi ecco un messaggio al Parlamento e al Governo: "Sul Fine Vita c’è necessità di un intervento nazionale, non ci sono dubbi”. Tra i più convinti dissidenti, nel centrodestra, anche Giulio Gallera, consigliere regionale di Forza Italia, che ha invitato l’Aula “a fare della Lombardia una Regione modello anche sul fronte della tutela del diritto di scegliere”. Invito vano.