
Da sinistra, Enrico Pazzali e Carmine Gallo
Milano, 15 marzo 2025 – Emergono nuovi retroscena e almeno due casi di intimidazioni dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Milano sui dossieraggi illegali, e che vede al centro la società di investigazioni Equalize dell’ex presidente di Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali e dell’ex “superpoliziotto” Carmine Gallo scomparso domenica 8 marzo all’età di 66 anni. Proprio Gallo, come è emerso dagli atti messi a verbale, durante un interrogatorio davanti ai pm titolari dell’inchiesta aveva dichiarato che, a Pazzali, era arrivata anche la richiesta di indagare sulla famiglia La Russa, ovvero sia sul presidente del Senato Ignazio La Russa sia sul figlio Leonardo Apache, quest’ultimo indagato per una presunta violenza sessuale avvenuta nel maggio del 2023. Pazzali, queste le parole di Gallo, "mi ha chiesto informazioni e di effettuare accessi abusivi allo Sdi (la banca dati in uso alle forze dell’ordine, ndr) su La Russa e sul figlio di La Russa" e "m'ha detto che gliele aveva chieste una persona a cui lui non poteva dire di no...”.

Le indagini sui “nemici”
E sempre stando a un altro verbale di Gallo, sarebbe stato sempre Enrico Pazzali a "richiedere" a Gabriele Pegoraro, uno degli indagati nell'inchiesta milanese sulle cyber-spie di Equalize, "l'estrapolazione delle chat WhatsApp" relative al "presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Gorno Tempini" e di alcuni giornalisti, tutte persone che considerava dei "nemici". Gallo, secondo il suo racconto ai pm della Direzione distrettuale antimafia Francesco De Tommasi e Antonio Ardituro, "tentò di dissuadere Pazzali dal suo intento criminale", scrivono i magistrati. "Lui ce l'ha a morte con Gorno Tempini, con Ponz, con Rivolta – spiegò Gallo – perché parlano male di lui, perché lui nel frattempo si insedia a Fondazione Fiera Milano". Sempre secondo Gallo, quell'incarico in Fondazione sarebbe stato dato a Pazzali da "Fontana-Sala". Aggiungendo: "Dico Fontana perché lui era amico amico amico amico di Fontana (...). Lo sponsorizzava Fontana, parliamoci chiaro, indubbiamente". Nei verbali compare anche l'hacker Nunzio Samuele Calamucci, che parla di un "continuo" richiedere report da parte di Pazzali, compreso quello “eccellente” su Ignazio La Russa e sui figli, ma Gallo, ammette Calamucci, "mi ha detto di non eseguire alcun accesso all’archivio Sdi”.
Intimidazioni
Ci sono poi almeno due episodi intimidatori che vedono al centro lo stesso Gallo e la sua avvocata. Lo scorso 20 febbraio quest’ultima subì un’intimidazione mentre camminava in strada a Milano, quando venne avvicinata da un uomo – tuttora sconosciuto – che la minacciò dicendole che sia lei che un non meglio specificato giornalista "dovete finirla di parlare di De Marzio" – l’ex carabiniere con presunto nome in codice "Tela" – “e poi deve dire al suo cliente Calamucci che deve cambiare le sue dichiarazioni su De Marzio". L'avvocata Antonella Augimeri tirò fuori uno spray urticante far andare via chi la minacciava. Il racconto è in un'annotazione agli atti dell’inchiesta. Un mese prima, il 21 gennaio, fu Gallo stesso a essere avvicinato mentre entrava in ascensore per salire allo studio del suo legale. Com’è lui stesso a raccontare, è l’ex carabiniere Vincenzo De Marzio – anch’egli fra gli indagati dell’inchiesta Equalize – ad approcciarlo dicendogli che che “Samuele Calamucci poteva evitare di fare quelle dichiarazioni e che sperava che lo stesso Calamucci potesse in futuro ridimensionarle".
Lo “Stato occulto”
Gallo era finito ai domiciliari lo scorso 25 ottobre, assieme ad altri tra cui l'hacker Nunzio Samuele Calamucci, ed era stato interrogato tre volte dai pm. Nel corso di queste udienze Gallo aveva tracciato un ritratto di Pazzali come vera mente operativa e decisionale di Equalize e trait d’union con i più alti livelli degli ambienti politici milanesi e romani. Pazzali voleva “essere aggiornato su tutto – racconta ancora Gallo ai pm – e chiamava lo Stato il suo “socio occulto”. Quando diceva che “il socio occulto ha già preso i soldi” voleva dire che avevamo già pagato già". Sempre Gallo descrive per filo e per segno tutto il "sistema illecito" dei report e degli accessi abusivi alle banche dati strategiche, ammettendo di “vergognarsene”.
La richiesta di revoca dei domiciliari
La memoria depositata dai pm, ieri venerdì 14 marzo, è finalizzata a sostenere il diniego alla richiesta di revoca dei domiciliari che mercoledì 19 marzo sarà avanzata dai legali di Pazzali davanti al tribunale del Riesame. Richiesta a cui si è già opposto il giudice per le indagini preliminari. Nella loro memoria i magistrati giustificano la tesi del mantenimento dei domiciliari sulla base della sua “pericolosità”, di "fughe di notizie in favore di Pazzali" e dei suoi "legami con ambienti istituzionali in grado di proteggerlo".