GIAMBATTISTA ANASTASIO
Politica

Regionali: pronta la lista Moratti, Azione e Italia Viva divisi. Pazza idea Pd, è rivolta

Per l’ex vicepresidente le insegne di Lombardia Migliore di Palmeri, Terzo polo chiamato a decidere. I renziani per la corsa solitaria

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Milano - Ora tocca ad Azione e ad Italia Viva trovare un’intesa sulla strategia con la quale affrontare le elezioni regionali del 2023. E l’esito del confronto non sembra così scontato perché in questo momento il nome e le ambizioni di Letizia Moratti dividono l’area centrista più di quanto la uniscano: Azione, infatti, non sembra pronta a supportarne la candidatura a governatrice e valuta, ancora, un’alleanza con il Pd, mentre Italia Viva ritiene si debba correre con un progetto alternativo tanto a quello del centrodestra quanto a quello del centrosinistra. Con la Moratti come centravanti di sfondamento.

In sintesi: dopo aver aperto una faglia all’interno della Giunta regionale, la vicepresidente pare averne aperta una seconda tra i centristi. ll Pd sta nel mezzo, in attesa di avere lumi dagli Azionisti, con l’auspicio e la necessità di arrivare a una presa di posizione definitiva già domenica, quando a Milano si terrà l’assemblea regionale, ma anche con la consapevolezza che un’eventuale convergenza sul nome della Moratti avrebbe un effetto destabilizzante nel partito.

Con ordine, allora. In una nota diramata in mattinata Niccolò Carretta, segretario lombardo e consigliere regionale di Azione, sottolinea l’urgenza di un progetto politico alternativo al centrodestra, senza far riferimento, però, ad un’eventuale sostegno alla corsa della Moratti. Nella stessa nota si afferma che la posizione del partito – da mesi impegnato in un confronto col Pd – non cambia. "Le dimissioni della vicepresidente Moratti non sorprendono, visti i rapporti con Fontana e la sua maggioranza e sono una scelta conseguente coerente. Moratti – rimarca Carretta – sostiene quanto diciamo da sempre: Fontana e il centrodestra hanno malgovernato la nostra Regione e sono incapaci di dare nuovo slancio alla Lombardia. Il centrodestra lombardo è in crisi e l’avvio di questo Governo rafforza la convinzione che non sia in grado di affrontare i veri problemi: l’avvio da incubo su medici novax e provvedimenti pasticciati ne sono la prova. La nostra posizione – si legge infine nella nota – non cambia e anzi oggi più che mai è valida: siamo al lavoro per dare in tempi rapidi ai lombardi un progetto di rinnovamento per vincere le prossime elezioni, parlando a tutti i cittadini, e con la volontà di girare finalmente pagina dopo quasi 30 anni". Le ultime righe – fanno sapere da Azione a mezza bocca e a domanda diretta – non alludono ad un progetto che coinvolga Moratti, perlomeno non ancora, ma, come detto, al percorso iniziato con il Pd.

A destare il sospetto che lo scenario sia diverso rispetto a quello appena descritto, sono le prime dichiarazioni di Carlo Calenda, leader di Azione: "Letizia Moratti è stata coraggiosa nel rassegnare le dimissioni dal pessimo governo di Attilio Fontana. Moratti ha svolto un ottimo lavoro nel corso della campagna vaccinale, che prima di allora era in un caos indegno per una grande Regione europea. Sono certo che in futuro potrà dare un contributo positivo nella politica regionale o nazionale". In serata la precisazione: "Il commento di Calenda è un pubblico apprezzamento per la decisione della Moratti che però non prelude al sostegno elettorale".

Italia Viva, allora. Guido Della Frera, imprenditore, già deputato e uomo forte dei renziani in Lombardia, conferma invece che "Letizia Moratti è una risorsa ed un profilo di spessore intorno al quale bisogna fare delle valutazioni", prende tempo perché le dimissioni della vicepresidente "sono arrivate in maniera improvvisa" ma al tempo stesso precisa la sua opinione: tra correre le Regionali con un progetto autonomo che, nel caso, possa contemplare la Moratti, e correrle col Pd, lui preferisce la prima "perché – dice chiaramente – altrimenti non ha alcun senso parlare di Terzo polo, a quel punto devo tornare a scuola per farmi spiegare quale sia il significato del concetto di “terzo“". Lo stesso Gabriele Albertini – destinato a guidare la lista Moratti – ieri è stato cauto sul sostegno di tutta l’area centrista: "Vediamo che farà il Terzo polo". Per ora dalla parte della Moratti – per quanto riguarda le forze e i consiglieri che siedono nell’aula del Pirellone – c’è Manfredi Palmeri, pronto ad offrirle la sua lista 'Lombardia migliore' riptendo quanto già fatto con Stefano Parisi e con 'Energie per l’Italia'. Senza dimenticare la Rete Civica fatta di imprenditoria e terzo settore alla quale la stessa Moratti sta lavorando da mesi.

Il Pd, da parte sua, ritiene fondamentale l’alleanza con il Terzo polo alla luce dei voti riscossi dai centristi in Lombardia alle ultime Politiche. I nomi caldi restano quelli dell’economista Carlo Cottarelli e di Ferruccio Resta, che ha appena terminato il suo mandato da rettore al Politecnico. Ma potrebbe prendere in considerazione l’opzione Moratti se Azione fosse la prima a farlo. La strada, in questo caso, sarebbe minata. Leggere per credere le dichiarazioni del sindaco Giuseppe Sala ("Oggettivamente vedo difficile un appoggio del centrosinistra alla Moratti. Dobbiamo sbrigarci a trovare un candidato"), del suo predecessore Giuliano Pisapia ("Moratti nostra candidata? Lo escludo nella maniera più categorica") o dell’europarlamentare Pierfrancesco Majorino ("L’ipotesi che il Pd possa sostenere Letizia Moratti per me è semplicemente folle"). Il segretario regionale Vinicio Peluffo taglia corto: "Moratti? Stiamo facendo un altro lavoro con tutte le forze di opposizione per un’offerta politica alternativa al centrodestra. Moratti dimettendosi ha dato ragione all’opposizione, il centrodestra è esploso".

Infine il Movimento 5 Stelle. Il coordinatore regionale Dario Violi è impietoso nei confronti dei Dem: "Di quale Pd parliamo? Al loro interno coesistono almeno 4 posizioni diverse. Senza un chiarimento sui programmi è difficile ci possa essere un’alleanza".