REDAZIONE MILANO

Matteo Salvini ribadisce: “Io la prima centrale nucleare la vorrei a Milano”

Il ministro rilancia il tema mentre il Governo coinvolte imprese e istituzioni. Nel 2022, indicò il quartiere Baggio come sede per l’edificio. Il Partito democratico: “Assurdità”

Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini (Ansa/Massimo Percossi)

Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini (Ansa/Massimo Percossi)

Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini ha ribadito, ancora una volta, il suo sostegno all’energia nucleare. “Io l’ho detto due-tre anni fa, la prima centrale la vorrei a Milano. Apriti cielo. Io lancio un segnale politico è facile dire sì al nucleare ma nella provincia affianco”, ha dichiarato il segretario leghista a un incontro organizzato a Roma da Vento & Associati e Dune dal titolo “Nucleare, si può fare”.

“Da milanese – ha detto il ministro – lo vorrei un reattore di ultima generazione nella mia città, perché sono sicuro che sia energia pulita, sicura e costante”. Ha aggiunt poi che vorrebbe la centrale operativa entro il 2032. Un programma, questo, che Salvini aveva già proclamato a giugno 2022 indicando come ipotetico luogo della centrale il quartiere Baggio, dove è cresciuto, e ricordando che “ci sono 441 reattori nucleari funzionanti nel mondo, di cui 104 in Europa e 56 solo in Francia. In Italia, zero”.

La replica del Partito democratico

“Questa mattina Matteo Salvini ha detto di volere una centrale nucleare a Milano entro il 2032. A parte l'assurdità della proposta sarebbe importante che il ministro delle infrastrutture, che non ha alcuna competenza in materia energetica, facesse il proprio lavoro. Se Salvini vuole occuparsi di Milano lo faccia mettendo in campo politiche concrete sulla casa", ha scritto su Facebook il senatore milanese Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo del Partito democratico.

“Milano – ha concluso Mirabelli – ha bisogno di investimenti per garantire l'accesso alla casa alle famiglie con redditi medio bassi e interventi per rendere disponibili centinaia di alloggi di edilizia residenziale pubblica oggi vuoti. Salvini si occupi di questo, visto che dovrebbe essere il suo lavoro, e solleciti la Regione, che la Lega governa, a farlo. Milano ha bisogno che il governo lavori per realizzare case accessibili non di chiacchiere su immaginarie centrali nucleari”.

Il nucleare in Italia

La questione del nucleare, tra gli esperti come nel mondo politico, resta estremamente dibattuto. Se i partiti di sinistra sono sostanzialmente contrari in ragione del difficile smaltimento degli scarti nucleari e dei rischi associati alla produzione, le forze di destra – e alcune di centro – si sono dette a più riprese favorevoli poiché rappresenta un tipo di energia a bassissime emissioni.

L’Italia aveva diverse centrali nucleari attive dagli anni Sessanta, poi dismesse a partire dagli anni Novanta seguito di un referendum popolare seguito al disastro di Cernobyl avvenuto del 1986. Al momento, al di là dei proclami politici, non esiste un piano per la riattivazione delle vecchie centrali, né per la costruzioni di nuove.

L’unico passo è stato intrapreso nel maggio 2023 dalla Camera dei deputati, che ha approvato una mozione che impegna l'esecutivo a prendere in considerazione l'energia nucleare, convocando istituzioni e imprese eventualmente interessate al progetto.

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