REDAZIONE MILANO

Dossieraggi illegali: l’archivio infinito di Pazzali con 30mila mail, seimila chat e decine d’indagini occulte su Fontana, Letizia Moratti, La Russa e Santanchè

Dalle dichiarazioni dell’ex superpoliziotto Carmine Gallo deceduto lo scorso 9 marzo emerge un nuovo, inquietante spaccato sulle investigazioni della società Equalize di Enrico Pazzali. L’ex presidente di Fondazione Fiera è ai domiciliari da ottobre, il 19 marzo il Riesame sarà chiamato a revocarli o confermarli

Il ministro Daniela Santanchè e l'ex sindaco di Milano Letizia Moratti

Il ministro Daniela Santanchè e l'ex sindaco di Milano Letizia Moratti

Milano, 25 marzo 2025 – La vicinanza "con ambienti istituzionali", amicizie e rapporti coi servizi segreti, pure con apparati deviati, poi decine e decine di dossier e report commissionati da imprenditori e non solo e su personaggi dell'economia e della politica, ma anche dello sport, come il presunto spionaggio ai danni di Marcell Jacobs. E anche oscuri episodi di intimidazioni. Esce una valanga di dettagli, che va a toccare anche nodi delicati, dagli atti depositati, in vista di un'udienza al Riesame del 19 marzo, dell'inchiesta milanese sulle presunte cyber-spie, di cui il "vero capo sarebbe stato Enrico Pazzali, titolare dell'agenzia investigativa Equalize, ma anche presidente di Fondazione Fiera Milano, autosospesosi dopo lo scoppio dello scandalo il 25 ottobre. 

Ordini perentori

Nei suoi verbali, in parte ancora con omissis, l'ex superpoliziotto Carmine Gallo, morto ai domiciliari il 9 marzo nella sua abitazione di Garbagnate Milanese, mentre stava collaborando col pm della Direzione distrettuale antimafia (la Dda) di Milano Francesco De Tommasi e col collega della Dna Antonello Ardituro, ha raccontato che Pazzali gli avrebbe ordinato almeno "una ventina" di accessi abusivi alle banche dati Sdi delle forze dell'ordine per suoi interessi. 

Da sinistra, Enrico Pazzali e Carmine Gallo
Da sinistra, Enrico Pazzali e Carmine Gallo

Fu sempre il numero uno della società di via Pattari a chiedergli di ottenere "informazioni" riservate, tramite accessi allo Sdi, su "La Russa" e il "figlio". Gli disse "che gliele aveva chieste (...) “una persona a cui non posso dire di no””. Ma l'ex ispettore di polizia, che risolse sequestri e prese parte alle più importanti indagini su omicidi e criminalità organizzata, si rifiutò. E, riassumono i pubblici ministeri, si chiese se la "richiesta di Pazzali" fosse "correlata" alla "nota vicenda" di Leonardo Apache La Russa, accusato di una presunta violenza sessuale nel maggio 2023. Gallo negli interrogatori, dando spesso riscontro alle parole di Nunzio Samuele Calamucci, uno degli hacker arrestati, descrive il "sistema" degli accessi illeciti alle banche dati strategiche, di cui, ha ammesso, "me ne vergogno". Pazzali, che lui teneva "aggiornato su tutto", stando ad uno dei verbali, diceva che il suo "socio occulto era lo Stato".

Il velocista e campione olimpico Marcell Jacobs (1994)
Il velocista e campione olimpico Marcell Jacobs (1994)

Relazioni pericolose

Aveva "contatti con i Servizi", ma alcuni nomi sono ancora oscurati nelle centinaia di pagine di atti. In un'informativa dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, che hanno condotto le indagini, si parla pure di "acclarati e accertati contatti ricorrenti" tra Pazzali "e il generale De Donno", vicedirettore Aisi (l’Agenzia informazioni e sicurezza interna). Gli  investigatori scrivono che il primo avrebbe "ottenuto" informazioni, prima che deflagrasse il caso, su un suo "possibile coinvolgimento" in indagini, "solo dopo aver incontrato a Roma, secondo Gallo, Carlo De Donno". "Il generale non era assolutamente a conoscenza della indagine milanese e quindi non avrebbe potuto rivelare informazioni a chicchessia", precisa l'avvocato di De Donno, Gianluca Tognozzi, riservandosi "ulteriori azioni nei confronti di chiunque riproponga calunnie a carico del mio assistito".

Intimidazioni misteriose

E mentre sulla morte di Gallo i primi esiti autoptici hanno confermato l'infarto come causa naturale e si è in attesa delle risultati tossicologici anche su eventuali particolari sostanze, spuntano dalle carte due inquietanti episodi. L'avvocata di Gallo, Antonella Augimeri venne minacciata in strada a Milano il 20 febbraio da una persona che le intimò di "dire al suo cliente Calamucci che deve cambiare le sue dichiarazioni su De Marzio", ex carabiniere indagato e negli atti ribattezzato "agente Tela". Lo stesso Gallo, il 21 gennaio, si sarebbe visto sbucare alle spalle Vincenzo De Marzio, mentre entrava nello studio della legale. E ancora tra le "oltre 6mila chat e più di 30mila email" trovate nei dispositivi di Pazzali, che aveva un "progetto di espansione" verso Londra, vengono fuori file e report su "Attilio Fontana" e altri "target che erano stati coinvolti nell'inchiesta della Procura di Milano" sullo "scandalo dei camici", fino ad un "report Eni".

Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, è al centro di un'inchiesta per una presunta violenza sessuale
Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, è al centro di un'inchiesta per una presunta violenza sessuale

Nomi eccellenti

Poi, ancora su "Letizia Moratti" e i suoi figli e un file su Negma, fondo venuto a galla in uno dei filoni delle indagini collegate alle ex società di Daniela Santanchè. Nel giugno 2023, si legge, Pazzali avrebbe organizzato negli uffici della Fondazione Fiera Milano "un incontro" tra un generale della Guardia di Finanza "e il ministro Daniela Santanchè, di cui vi è riscontro nelle chat Whatsapp con entrambi". Gallo era finito ai domiciliari lo scorso 25 ottobre, assieme ad altri tra cui l'hacker Nunzio Samuele Calamucci, ed era stato interrogato tre volte dai pm. Nel corso di queste udienze Gallo aveva tracciato un ritratto di Pazzali come vera mente operativa e decisionale di Equalize e trait d’union con i più alti livelli degli ambienti politici milanesi e romani. Pazzali voleva “essere aggiornato su tutto – racconta ancora Gallo ai pm – e chiamava lo Stato il suo “socio occulto”. Quando diceva che “il socio occulto ha già preso i soldi” voleva dire che avevamo già pagato già". Sempre Gallo descrive per filo e per segno tutto il "sistema illecito" dei report e degli accessi abusivi alle banche dati strategiche, ammettendo di “vergognarsene”.

La richiesta di revoca dei domiciliari

La memoria depositata dai pm, ieri venerdì 14 marzo, è finalizzata a sostenere il diniego alla richiesta di revoca dei domiciliari che mercoledì 19 marzo sarà avanzata dai legali di Pazzali davanti al tribunale del Riesame. Richiesta a cui si è già opposto il giudice per le indagini preliminari. Nella loro memoria i magistrati giustificano la tesi del mantenimento dei domiciliari sulla base della sua “pericolosità”, di "fughe di notizie in favore di Pazzali" e dei suoi "legami con ambienti istituzionali in grado di proteggerlo".