Milano - Al via l'iter per lprogetto di legge.
a reintroduzione della pensione ai consiglieri regionali lombardi. La commissione regionale Affari Istituzionali e Enti Locali, nella seduta di questo pomeriggio, ha iniziato l'iter di discussione delI firmatari
I firmatari sono il presidente del Consiglio regionale Federico Romani, il vicepresidente Giacomo Cosentino e il consigliere segretario Alessandra Cappellari, componenti dell'Ufficio di presidenza. La commissione ha nominato come relatore Matteo Forte (Fratelli d'Italia), dopo l’emendamento presentato a dicembre da Ferrazzi e il precedente tentativo di avviare la discussione a luglio.
La proposta
Il progetto di legge prevede di introdurre un'indennità differita a titolo previdenziale, a decorrere da questa legislatura. L'istituto è esteso ai componenti della giunta regionale e ai sottosegretari. La norma prevede l'adesione volontaria all'istituto e nessun automatismo. La proposta introduce una trattenuta pari all'8,8% dell’indennità' di carica (pari a 556 sui 6.327 euro mensili) al fine di costituire un fondo che, al compimento dei sessantacinque anni di età e a seguito dell'esercizio del mandato per almeno cinque anni, riconosce agli aventi diritto un assegno calcolato con il metodo contributivo. Ai contributi trattenuti è previsto un versamento da parte del consiglio regionale pari a 2,75 volte la quota versata. In questo modo si stima una indennità differita percepita mensilmente dopo i 65 anni pari a 580 euro.
La spesa
Si stima che la spesa per le casse pubbliche si aggiri attorno a 800mila euro se ci fossero l'indennità differita a titolo previdenziale e l'indennità di fine mandato. L’uno e l’altra sono stati eliminati a partire dal 2013. Chi ne chiede il ritorno sottolinea, però, che si tratta di indennità necessarie per chi non ha un’attività professionale diversa dalla carica di consigliere. Per chi è in carica dal 2011 la spesa annua per i vitalizi è di circa 6 milioni all’anno. Nel progetto in discussione si prevede solo il primo istituto: considerando i consiglieri che matureranno i requisiti per riceverla nel 2028, la stima è di 230mila euro, coperti, però, dalla diminuzione di circa 800mila euro delle spese per gli assegni vitalizi ai consiglieri delle legislature precedenti al 2013.
La reazioni
Critico Nicola Di Marco del Movimento 5 Stelle, intervenuto durante il dibattito definendo il provvedimento "non urgente né necessario". E spiega: "In uno scenario di profonda crisi economica e sociale, in cui molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese e molti lavoratori una pensione non la vedranno mai, chiediamo il ritiro immediato del progetto di legge". Luca Ferrazzi del Gruppo Misto, che già si vide respinta una sua proposta, ritiene "necessario inserire nel progetto di legge un'indennità di fine mandato dei Consiglieri regionali, cioè l'accantonamento di una mensilità per ogni anno di mandato svolto. Questo consentirebbe ai Consiglieri un'integrazione rispetto alla mancanza dei contributi che non sono stati versati durante il mandato". Onorio Rosati di Alleanza Verdi e Sinistra conferma la necessità di "affrontare un vulnus della legislazione previdenziale regionale. Il progetto di legge, però, non risponde alla complessità e alle differenze delle esigenze delle singole situazioni". "Dobbiamo respingere dalla discussione le spinte populiste e demagogiche - dice Ivan Rota di Forza Italia-. Questo progetto di legge è uno strumento che serve a ridare dignità al ruolo di Consigliere regionale e alle istituzioni".
La proposta che arriva da Carmela Rozza del Pd è di "dare la possibilità ai Consiglieri regionali di versare i propri contributi volontari, abbandonando quelli figurativi. Esattamente come avviene per tutti i lavoratori. Un'ipotesi che questo progetto di legge non ha nemmeno immaginato".