Milano, 11 giugno 2024 – Il braccio di ferro tra Lega e Fratelli d’Italia ha attraversato questi primi 16 mesi del secondo mandato di Attilio Fontana da presidente della Regione Lombardia. Da un lato il partito che nelle ultime tre Regionali ha espresso il governatore, dall’altro il partito che da febbraio 2023 vanta il maggior numero di consensi in Lombardia: da qui la necessità di un riequilibrio di pesi e poteri, il braccio di ferro di cui sopra, quello iniziato nel momento di formare la Giunta attualmente in carica e ripetutosi poi in occasione delle varie nomine, da quelle nella sanità a quelle nelle società controllate o partecipate da Palazzo Lombardia.
Finora, a dire il vero, gli esiti di questo braccio di ferro sono stati inversamente proporzionali all’eco riscossa: per diverse ragioni il riequilibrio di poteri non ha portato a scelte e nomine davvero nuove nelle diverse stanze dei bottoni del sistema regionale.
Rimpasto in vista
Ora, per effetto delle Europee, si aprirà il capitolo del rimpasto di Giunta, non fosse altro che per nominare il successore di Lara Magoni, eletta al Parlamento Europeo, alla carica di sottosegretario a Sport e Giovani. E gli scenari possibili sono due: un rimpastino che vada poco oltre un avvicendamento o un rimpasto vero. La scelta tra le due opzioni toccherà innanzitutto a Fratelli d’Italia, che in queste Europee non solo si è confermato primo partito in Lombardia ma ha anche migliorato di oltre 6 punti percentuali il risultato delle Regionali: dal 25,2% del 2023 al 31,8 ottenuto tra sabato e domenica. Attenzione, però, anche a Forza Italia. In queste Europee gli azzurri hanno infatti consumato il sorpasso sulla Lega a livello nazionale (9,6% dei voti contro il 9% del Carroccio), mentre in Lombardia, pur restando dietro alla Lega (13% per i lumbard, 9,3% per i forzisti) hanno conquistato punti percentuali rispetto al 7,2% ottenuto nelle ultime Regionali. I lumbard invece ne hanno persi: nel 2023 riscossero il 16,5% dei voti. Numeri e dati di fatto che possono riaccendere le rivendicazioni di Forza Italia, fin qui mai entusiasta dei due assessorati ottenuti.
La prima ipotesi
Lo scenario minimo, allora. Per il posto da sottosegretario lasciato libero da Lara Magoni, in forza a Fratelli d’Italia, si fanno soprattutto due nomi: quello di Christian Garavaglia, capogruppo dei meloniani in Consiglio regionale, e quello di Chiara Valcepina, consigliera regionale. Dalla parte del primo c’è il fatto che si tratti del capogruppo, dalla parte della seconda c’è il fatto di essere della scuderia di Carlo Fidanza, uscito dalle Europee meglio di Mario Mantovani, al quale è legato Garavaglia.
Fidanza è stato secondo solo a Giorgia Meloni per numero di preferenze ricevute nella circoscrizione nord-ovest: 50.751. Mantovani è arrivato subito dietro, terzo, ma con 39.037 voti. Potrebbe spuntarla proprio Valcepina.
La certezza è che le deleghe a Sport e Giovani non bastano: FdI chiederà che al nuovo sottosegretario sia dato qualcosa in più.
La seconda ipotesi
Lo scenario più ampio prevede, invece, che Fratelli d’Italia colga l’occasione della nomina del nuovo sottosegretario per rivendicare un assessorato in più. Quale assessorato per l’esattezza? Nel mirino ci sarebbe l’assessorato regionale alle Infrastrutture attualmente affidato da Claudia Maria Terzi, assessora leghista e salviniana. Detto altrimenti: un pezzo da novanta della Giunta regionale. Difficile, per non dire impossibile, che cambi deleghe ma se Fratelli d’Italia farà sul serio una compensazione altra dovrà comunque arrivare. I meloniani si riuniranno nei prossimi giorni per valutare i trend di voto in Lombardia e decidere di conseguenza. In questo momento, però, l’ipotesi più probabile sembra quella del rimpastino.
Il caso Forza Italia
Quanto a Forza Italia, voci da prendere con le dovute cautele riferiscono di un interesse all’assessorato oggi occupato da Lombardia Ideale, la lista di Fontana, e nello specifico da Giorgio Maione: l’assessorato all’Ambiente e al Clima. Negli ultimi mesi i forzisti sono cresciuti numericamente in Consiglio regionale, passando da 6 a 8 consiglieri. E ora, alla luce dei risultati delle Europee, vorrebbero consolidarsi in Giunta con un assessorato in più.
Da Palazzo Lombardia, però, un esponente di primo piano del centrodestra a denti stretti sottolinea un aspetto che non può non essere considerato: se rimpasto deve essere, deve avvenire in modo indolore perché la Meloni non vuole divisioni proprio ora.