Prima la ricerca del candidato sindaco giusto tra gli esponenti della società civile, tra cui il giornalista Mario Calabresi “che è una delle persone di livello che possono cominciare a riscuotere interesse”. Poi, ma solo come Piano B, primarie di coalizione con esponenti politici aspiranti alla poltrona più prestigiosa di Palazzo Marino. Il sindaco Giuseppe Sala detta la sua ricetta al centrosinistra per vincere anche alle Comunali del 2027 ma una parte del Partito democratico non ci sta e rilancia le primarie; in primis Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in Regione e responsabile per Diritto alla Casa e immigrazione dei dem.
Il primo cittadino, interpellato dai cronisti, delinea una road map in due fasi per individuare il suo successore come frontman o frontwoman del fronte progressista: “Vanno sondati eventuali interessi di persone che sono al di fuori della politica e dei partiti, che hanno voglia di esprimere le loro capacità per Milano e che sono autorevoli e in grado di vincere. Bisogna fare scouting. Se non ci sono nomi del genere, si andrà su soluzioni classiche: le primarie”. Sala aggiunge che “le primarie non sono un dogma, ma possono svolgere una funzione. Io le ho fatte”.
Il sindaco, subito dopo, sempre su domanda dei cronisti, apre sul nome di Calabresi. È la prima volta che il numero uno di Palazzo Marino fornisce pubblicamente un parere sull’eventuale corsa dell’ex direttore di Stampa e Repubblica, attualmente impegnato con la società Chora Media che produce podcast. Il diretto interessato, però, frena sulla sua discesa in campo in politica: “Sono molto onorato della stima che ha per me il sindaco Sala, che ringrazio – commenta il giornalista – Ma sono anche molto felice del lavoro che faccio, che mi sono costruito e che mi entusiasma. Non voglio entrare in questo dibattito e sono convinto che a tempo debito verrà trovata la soluzione migliore per garantire a Milano un sindaco all’altezza”.
Calabresi per il momento si sottrae alla rosa dei papabili del centrosinistra, ma le sue parole non sembrano un “no” definitivo all’ipotesi di una candidatura milanese. Parole che alcuni esponenti del Pd leggono come un modo per non bruciarci subito.
Nel totonomi del centrosinistra, in ogni caso, non c’è solo quello di Calabresi. Non è un mistero che Majorino, dopo l’ottimo risultato a Milano come candidato governatore (sconfitto da Attilio Fontana a livello lombardo) aspiri alla candidatura a sindaco. Sala apprezza anche il profilo del suo assessore al Bilancio Emmanuel Conte e, tra le donne del Pd, hanno qualche chance la parlamentare Lia Quartapelle la vicesindaco Anna Scavuzzo.
Il centrodestra, intanto, appare ancora in alto mare per la scelta del candidato sindaco. A dimostrarlo ci sono alcune tensioni tra i partiti della coalizione. Alessandro Sorte rivendica un “ruolo-guida“ per Forza Italia a Milano. Secca la replica del governatore leghista Attilio Fontana: “Conta la qualità, non l’appartenenza”. Nella rosa ci sono l’ex rettore del Politecnico Ferruccio Resta (citato anche nel centrosinistra), la presidente di Assimpredil Regina De Albertis e il chirurgo Paolo Veronesi, figlio dell’oncologo Umberto.