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Solo martedì Giorgia Meloni ha voluto sottolineare di non essersi mai dissociata dalle parole con le quali Gianfranco Fini definì il fascismo un “male assoluto”. Una sottolineatura finalizzata a rassicurare quanti, a torto o a ragione, temono un arretramento sul piano dei diritti civili e una revisione della collocazione atlantica dell’Italia nel caso in cui a vincere le elezioni Politiche del 25 settembre dovesse essere un centrodestra guidato proprio dai meloniani. A distanza di poche ore da quella sottolineatura, ecco il video che ritrae Romano La Russa, assessore regionale alla Sicurezza di Fratelli d’Italia, re del partito, fare il saluto romano nel corso del funerale di Alberto Stabilini, militante dell’estrema destra milanese, tenutosi lunedì mattina a Milano.
Assessore La Russa, siamo ancora ai saluti romani?
"Non c’è stato nessun saluto romano, chi dice il contrario pecca di ignoranza. Quello che avete visto è il rito del “Presente!“, che è un saluto militare che si fa col braccio esteso. Non si è trattato di una manifestazione politica, non c’era nessun significato politico, ma dell’ultimo saluto ad un caro amico, che a me era anche cognato, essendo il fratello di mia moglie. Insomma: 15 vecchietti rincoglioniti, me compreso, che hanno voluto dare l’ultimo saluto ad un amico".
Non ci sarà stato alcun significato politico ma voi avete salutato un camerata, come si sente distintamente nel filmato, facendo il saluto romano.
"Lei ha fatto il militare?".
No, non l’ho fatto.
"Ecco, io non so come sia oggi ma ai miei tempi, quando si faceva il militare, ci si chiamava l’un l’altro “camerata“. Ancora oggi, credo, quando un militare giura fedeltà alla Repubblica, lo fa col braccio esteso, proprio perché è un saluto militare. E quando muore un commilitone, lo si saluta col rito del “Presente!“ e col braccio esteso. Il saluto romano è un fatto politico, il rito del “Presente!“, invece, è un fatto militare. Ogni anno si saluta così anche Sergio Ramelli e i tribunali hanno stabilito che quel tributo non è un illecito".
Stabilini ha fatto il militare con lei, era anche un commilitone?
"No. Ma in gioventù, negli anni ‘70, abbiamo condiviso insieme tante battaglie prima nelle fila della Giovane Italia e poi nel Fronte della Gioventù. Infine, come ho detto, è diventato mio cognato. Al funerale era presente tutta gente di destra, persone che condividono la mia stessa storia, la stessa militanza, persone che hanno legittimamente deciso di tributare ad un amico il saluto militare, come lui stesso voleva, davanti a quella che era stata la sua sezione, e secondo un rito sicuramente patriottico ma non politico".
C’è chi chiede le sue dimissioni o il suo siluramento dalla Giunta regionale.
"Per un fatto come questo? Per aver dato l’ultimo saluto ad un caro amico? Se me lo chiede il partito non posso sottrarmi. Ma mi piacerebbe che si sollevasse altrettanto dibattito anche in altre occasioni".
A quali occasioni si riferisce?
"Alle occasioni in cui si vedono persone nelle piazze con il pugno chiuso alzato. Non so che significato abbia per alcuni, ma Giorgio Almirante diceva che lo tenevano chiuso per nascondere le mani sporche di sangue".