Milano - "Su Sgarbi vorrei fare una cosa formale, nei prossimi giorni. Cioè scrivere al presidente del Consiglio per capire con esattezza quali sono le deleghe del sottosegretario Sgarbi. Perché una volta dice che sposterà la Pietà, la seconda volta dice che metterà un vincolo. Può darsi che io non abbia studiato abbastanza ma i vincoli li mette la soprintendenza". A dirlo è il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, al suo arrivo al comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura.
Nelle scorse ore Vittorio Sgarbi aveva infatti spiegato: "lo stadio di San Siro non si tocca e non lo dice Sgarbi ma è la legge". Il sottosegretario alla Cultura – sollecitato dal consigliere comunale di FdI Enrico Marcora sul futuro del Meazza e sul progetto del nuovo stadio a San Siro voluto da Milan e Inter – ha espresso una posizione netta sulla Scala del calcio: "Lo stadio di San Siro mi piace e non vedo ragione per abbatterlo". "Manderò questa lettera a Meloni e la renderò pubblica come la sua risposta. Questa è una città evoluta che non può stare alle dichiarazioni e ai protagonismi, le regole ci sono e vanno rispettate. Io devo essere quello che per primo le rispetta ma farmi prendere in giro da continue esternazioni che non hanno fondamento assolutamente non mi va. Chiederò al presidente del Consiglio una riposta in tempi brevi", ha aggiunto Sala.
"Lo stadio di San Siro è stato esaminato dalla sovrintendenza a lungo e si è definito che non era vincolabile. Mica l'ho deciso io- ha detto il primo cittadino -. Se Sgarbi vuole fare anche il soprintendente lo chieda al presidente del Consiglio. E' un po' strano che nel nostro paese decisioni prese da istituzioni delegate vengano smentite dalla politica. Tutto può essere ma chiederò spiegazioni al presidente del Consiglio", ha sottolineato Sala. "Non è che tutte queste esternazioni aiutano le squadre - ha aggiunto -. Quando il progetto esecutivo sarà definito si andrà in Consiglio comunale. Passerà del tempo. Rimane il fatto che ieri Salvini ha detto che si rischia di andare a Sesto perché il Comune ha perso tempo. Il Comune non ha perso un giorno di tempo. Ci abbiamo messo due anni a trovare l'accordo con le squadre sulle volumetrie. Poi arriva Sgarbi, poi Berlusconi. Che i milanesi e i tifosi sappiano chi è contrario allo stadio e chi sta lavorando per farlo".