NICOLA PALMA
Milano

Prima Scala Milano: sipario sul Boris, tra Palco reale e stelle del cinema. Chi c'è oggi

Alle 18 l’opera russa di Musorgskij inaugurerà la stagione del teatro. Nei posti d’onore Mattarella, von der Leyen e Meloni. Ospiti il regista Guadagnino e gli attori Accorsi, Gifuni e Bergamasco

La prima della Scala del 2021

Milano, 7 dicembre 2022 - È il giorno della Prima. La Scala svela al mondo il suo Boris Godunov, diretto dal maestro Riccardo Chailly nella versione originaria e allestito dal regista Kasper Holten. Alle 18 inizierà lo spettacolo che terrà a battesimo la stagione lirica della Scala, con diretta su Rai Uno. Prima dell’inizio dell’opera russa di Modest Musorgskij, l’orchestra suonerà l’Inno di Mameli e l’Inno dell’Ue. Sì, perché in un Palco reale mai prestigioso come quest’anno ci sarà anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che siederà di fianco al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Posti d'onore

Nei posti d’onore anche la premier Giorgia Meloni (al debutto), il presidente del Senato Ignazio La Russa, il sindaco Giuseppe Sala, il governatore Attilio Fontana, la vicepresidente della Corte Costituzionale Daria De Pretis, il segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti e il prefetto Renato Saccone. I ministri Gennaro Sangiuliano (Cultura), Adolfo Urso (Imprese) e Maria Elisabetta Alberti Casellati (Riforme) si accomoderanno tra palchi e platea. Spazio anche alle stelle del cinema di casa nostra: da Stefano Accorsi a Luca Guadagnino, fino alla coppia Fabrizio Gifuni-Sonia Bergamasco.

Alta finanza e archistar

Non mancheranno il gotha dell’alta finanza e archistar come Stefano Boeri, Mario Botta e Italo Rota. Molto nutrita la pattuglia di manager di altri teatri italiani e internazionali: Alexander Neef dell’Opéra di Parigi, Joan Matabosch del Real di Madrid, Elisabeth Sobotka, designata alla Staatsoper di Berlino dal 2024, Valenti Oviedo del Liceu di Barcellona, Thomas Angyan storico direttore artistico del Musikverein, Alexander Pereira (grande ex) del Maggio Musicale, Fortunato Ortombina della Fenice, Michele dall’Ongaro di Santa Cecilia, Claudio Orazi del Carlo Felice e Fulvio Macciardi del Comunale di Bologna.

Dopo il 2020 a teatro chiuso per la pandemia (con la parata di star di "A riveder le stelle") e il 2021 di prudenza con mascherine e super green pass, la serata di oggi segnerà per la Scala un agognato ritorno alla normalità, a suggellare una ripresa che ha fatto registrare nel 2022 un incremento degli spettatori (più del 2019) e un record di ricavi da sponsor (44 milioni di euro). Certo, gli ostacoli da superare non sono finiti: l’aumento dei costi dell’energia (il Piermarini rischia di doversi confrontare nel 2023 con bollette da 6 milioni di euro) e i paventati tagli ai contributi di Comune e Regione addensano nubi all’orizzonte.

Le proteste

E poi ci sono le proteste, che da copione animeranno l’area compresa tra Galleria e Palazzo Marino, l’unica fuori dalla zona rossa che blinderà il teatro da via Manzoni a via Santa Margherita: in strada i sindacati di base (Cub e Cobas), i centri sociali Cantiere e Lambretta e una delegazione della comunità ucraina, schierata sia contro la scelta di Boris come titolo d’apertura (nonostante si tratti di un libretto incentrato sulla degenerazione del potere e non sulla sua esaltazione) sia contro il protagonista Ildar Abdrazakov, accusato di essere filo-putiniano. Fin qui le manifestazioni annunciate. Sullo sfondo, però, restano alcune incognite, legate a possibili blitz non preavvisati: una è rappresentata dal fronte anarchico, impegnato da mesi nella campagna di sostegno all’ideologo della Fai al 41-bis Alfredo Cospito e che non più tardi di un mese fa ha organizzato la scalata alla gru nel cantiere del teatro in via Verdi; l’altra dagli ambientalisti, specializzati in raid clamorosi (vedi gli 8 chili di farina rovesciati sulla Bmw di Andy Warhol alla Fabbrica del Vapore).

I controlli

Anche per questo, i controlli delle forze dell’ordine saranno rigorosissimi. Sia in centro sia nell’area della Bocconi, dove alle 11 Mattarella, von der Leyen, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quattro ex premier parteciperanno all’evento che segnerà il definitivo passaggio di consegne tra Mario Monti e Andrea Sironi alla guida dell’ateneo di via Sarfatti. Tornando a Boris, i 145 minuti di rappresentazione (con intervallo di 40) saranno proiettati sul maxischermo dell’Ottagono, altra tradizione che torna dopo le restrizioni, e nelle altre location (da San Vittore a Malpensa) inserite nella mappa della Prima diffusa. Sipario.