
Raf e Tozzi nella redazione de Il Giorno
Milano, 5 dicembre 2018 - «L’aspettavo da trent’anni…». C’era un po’ di scherzo, ma anche tanta verità, nelle parole con cui Umberto Tozzi raccontava ieri, in redazione al Giorno, il ritrovato sodalizio con Raf. Assieme saranno impegnati dal 30 aprile in un lungo tour nei palasport con tappe pure al Forum di Assago il 13 maggio e al Brixia Forum di Brescia il 24. Mentre il duetto “Come una danza” prosegue il suo percorso in radio, è arrivato nei negozi il cofanetto “Raf Tozzi” con 34 hit dell’uno e dell’altro compresa una “Gente di mare” in versione riveduta e corretta. “Effettivamente l’avevo perso un po’ di vista, così, quando ci siamo ritrovati, l’ho subito ‘ammanettato’” scherza il cantautore torinese. «È accaduto tutto la sera della celebrazione dei quarant’anni di ‘Ti amo’ all’Arena di Verona” - ribatte Raf. Quando è partita ‘Gente di mare’ abbiamo ritrovato l’emozione di un tempo, così ci siamo chiesti perché non affrontare nuova avventura musicale assieme».
Cosa vi unisce?
Raf: «Un legame affettivo reale concreto, visto che siamo stati per anni vicini di casa e lui ha visto crescere i miei figli, mentre io i suoi. E poi ci sono le canzoni, grandissime».
Tozzi: «Lui mi ha sempre fatto sognare con le sue. E poi penso che il pubblico apprezzi vedere sul palco due artisti con due storie diverse e partecipando affettivamente al repertorio dell’uno e dell’altro. Di incontri come il nostro ce ne dovrebbero essere di più».
A giudicare dai tour di Facchinetti e Fogli, Shapiro e Vandelli, Pausini e Antonacci, il momento sembra propizio…
Raf: «Di accoppiate ce ne sono tante ma penso che la nostra si porti così tanto vissuto sulle spalle da risultare unica; gli inizi a casa di Giancarlo Bigazzi, la vittoria di Sanremo di ‘Si può dare di più’, il terzo posto all’Eurovision con ‘Gente di mare’. Ricordo che agli inizi facevo ascoltare le mie nuove canzoni ad Umberto in auto, nel parcheggio di fianco a casa mia».
Percorsi simili.
Raf: «Suonavamo entrambi nelle band e nessuno dei due si sarebbe sognato di diventare cantante pop».
Tozzi: «Pensavo che i miei dischi non avrebbero passato la frontiera di Chiasso e invece… Noi che facciamo questo fortunato mestiere l’impegno ce lo mettiamo tutto, ma il successo è imprevedibile. A volte gioca pure la casualità. Basta pensare che Laura Branigan scelse ‘Gloria’ come riempitivo del suo album, e i dee jay americani iniziarono a programmarla al posto di ‘All night with me’, che invece era il singolo scelto dalla casa discografica, trasformandola in una grande hit internazionale».
Come andò con “Si può dare di più?
Raf: «Quel pezzo parte da un mio provino che Caterina Caselli voleva trasformare nella risposta italiana a ‘We are the world’, ma qui da noi, al contrario che in America o in Inghilterra, non si realizzarono le condizioni necessarie ad un’operazione del genere, così Bigazzi, che aveva scritto il testo, pensò a Sanremo. Io che venivo da un successo in inglese come ‘Self control’, non me la sentii di andare al Festival e il mio posto assieme ad Umberto e a Morandi fu preso da Ruggeri».
Però poi all’Eurovision andò.
Raf: «Non sapevo se andare negli Stati Uniti a cercare fortuna come autore o diventare cantante pop; dissi di no a ‘Si può dare di più’ per questo. Poi, però, accettai di cantare ‘Gente di mare’ e quindi la decisione fu rimandata solo di tre mesi».
Tozzi: «Fui io a convincerlo a cantare in italiano».
Se arrivasse la chiamata di Baglioni a Sanremo, cosa vi pacerebbe cantare con lui?
Raf: «Magari un medley con brani di tutti e tre».
Tozzi: «O ‘Si può dare di più’. Trentadue anni dopo, sarebbe bello».