RUBEN RAZZANTE*
Milano

Ora la Rai sia più milanese

Nei giorni scorsi sono stati presentati a Milano i palinsesti Rai per l’autunno 2017

Milano, 30 giugno 2017 - Nei giorni scorsi sono stati presentati a Milano i palinsesti Rai per l’autunno 2017. La tv pubblica è impegnata in una difficile transizione da broadcaster a media company, cioè da tv tradizionale a veicolo di contenuti multipiattaforma, fruibili anche attraverso i dispositivi mobili e le nuove tecnologie interattive. I profili della programmazione Rai dei prossimi cinque anni verranno definiti nel nuovo contratto di servizio pubblico che sarà figlio di una negoziazione tra l’azienda di viale Mazzini e il governo. Condivisibile l’esternazione del nuovo direttore generale Mario Orfeo sulla necessità di preservare l’informazione di qualità respingendo le ricorrenti tentazioni di una spettacolarizzazione delle notizie, tipica del giornalismo urlato, che tanto soddisfa la curiosità morbosa di certo pubblico, ma enormemente svilisce la professionalità dei cronisti e dei commentatori.

Quanto all’organizzazione territoriale della tv di Stato si torna a parlare ciclicamente di trasferimento a Milano di una rete, o quanto meno di una serie di funzioni e attività. La questione è squisitamente politica, ma per almeno due ragioni occorrerebbe un supplemento di riflessione prima di bocciare per l’ennesima volta tale ipotesi. Anzitutto i competitor più temibili della Rai, come Mediaset e Sky, si stanno sempre più “milanesizzando”. Sky ha già trasferito dalla capitale al capoluogo lombardo la quasi totalità dei suoi giornalisti e dipendenti, lasciando a Roma solo un presidio. Mediaset ha le redazioni principali a Cologno Monzese e le voci di forte ridimensionamento della redazione romana del tg5 sono sempre più insistenti. Altri operatori come Discovery hanno già base a Milano. Dunque la Rai da questo punto di vista potrebbe lanciare un segnale. Tanto più che Milano è certamente la capitale dell’economia online, come conferma anche la recente presentazione, all’ombra della Madonnina, del primo Libro Bianco sulla comunicazione digitale.

L'altro elemento che dovrebbe stimolare le istituzioni e le componenti vitali della società milanese a rilanciare la battaglia per il trasferimento a Milano di una rete Rai (o di un tg o di un’area news), o quanto meno di alcune sue attività qualificanti e strategiche, è la crescente internazionalizzazione post-Expo del capoluogo lombardo. Dopo la Brexit Milano è tra le città pronte ad ospitare la sede dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), ma anche gli uffici di altre Autorità che traslocheranno dalla capitale inglese. Perché allora non pensare a Milano come capitale dell’informazione multimediale con una robusta presenza della tv pubblica? *Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano