Milano, 23 gennaio 2020 - Doppio Rkomi per il popolo del Fabrique. Esaurita la replica di sabato pross imo, il trapper di Calvairate col nome al contrario sta riempiendo pur quella di domenica. "Nei club giochiamo tutto un altro campionato rispetto alle esperienze estive", anticipa Rkomi, al secolo Mirko Manuele Martorana, venticinque anni, parlando del giro di concerti partito lo scorso novembre che esaurisce proprio a Milano. "È la prima volta che mi autoproduco uno spettacolo e ho pensato a tutto, scenografia, luci, band, cori, quindi a un nuovo mondo da esplorare questo mondo rispetto a quanto fatto prima".
Con 'Dove gli occhi non arrivano' è cambiato pure il suo rapporto col disco? "No, tutto parte sempre dalla sala di registrazione; anche se non siamo più in cinque, ma quindici, e quindi c’è più confronto. Questo disco è sicuramente meno hip hop, ma non so se definirlo più pop del precedente". Prima di registrare l’album, cos’è andato a cercare a Johannesburg assieme al produttore Charlie Charles? "Siamo andati in Sudafrica perché al tempo ero molto preso da quei mondi culturali e sonori. Venivo da un disco cupo come “Io in terra” e avevo bisogno di sole, di colori, come quelli che ci sono laggiù. Abbiamo lavorato con alcuni dei più forti musicisti locali e alla fine abbiamo trovato un disegno lineare per “Dove gli occhi non arrivano”. In tutto questo Charlie ha fatto Charlie, smontando alcune idee che riteneva meno funzionali al progetto e “rimpolpandone” altre, invece, in cui credeva". Che tipo d’impatto cercava per questo spettacolo? "Ho voluto puntare sulla teatralità. Dopo aver lavorato per mesi con una vocal coach e con la band, ho deciso, infatti, di puntare su una narrazione molto più personale e allungandone la durata rispetto ai tempi stretti dell’estate. Pur non rispettando la cronologia, in questo show c’è tutto il mio passato e il mio presente". Nell’ultimo album canta “Blu” con Elisa e “Canzone” con Jovanotti, ma ci sono pure Ghali, Dardust, Carl Brave, Sfera. Li ritroveremo pure sul palco? "Aspettatevi sorprese. Posso solo dire che sono in ottimi rapporti con tutti, quindi… la porta è aperta. Per quanto riguarda il disco, con Ghali ho realizzato un incontro che avevamo entrambi in animo da tempo, mentre con Elisa è partito tutto dai social; sapevo che le piacevano le mie cose e così l’ho chiamata. Jova mi aveva invitato al suo Pop Shop in Piazza Gae Aulenti quando ha lanciato “Oh vita”. Mi sono fatto coraggio e gli ho chiesto se volesse partecipare a questo mio progetto. È bello che abbia accettato". Un ospite che le piacerebbe avere prima o poi? "Ho sempre pensato che nei sogni più ci credi e più è possibile che si realizzino. Risparmiandomi Vasco, che è al di là del sogno più sfrenato, il primo nome che mi viene in mente è quello di Cesare Cremonini". Il prossimo disco? "Ci sto lavorando. Arriverà entro l’estate, anzi magari già in primavera ".