Milano, 24 agosto 2012 - Una bufera turba il sonno degli azzurri alla vigilia dei XIV Giochi Paralimpici estivi a Londra. Fabrizio Macchi, l’atleta simbolo dell’Italia, sarebbe sotto accusa per alcuni contatti con il contestato medico Michele Ferrari, ma il ciclista si difende spiegando «di aver solo aiutato la figlia del medico (Ferrari ndr) tra il 2008 e il 2010, perchè era impegnata nella tesi di laurea in scienze motorie».
Tesi che aveva come argomento proprio la vita sportiva di Macchi. «Ferrari non mi ha mai seguito - spiega - non gettate fango su di me. Se perdo l’Olimpiade per questa storia io denuncio tutti». Macchi, lo ricordiamo, è stato bronzo ad Atene 2004 nell’inseguimento e non vede l’ora di iniziare la sua quarta Paralimpiade.
Fabrizio, parliamo solo di sport allora. Come si sente in vista dei Giochi?
«Molto bene. Ormai siamo in dirittura d’arrivo, sto facendo tutto nel migliore dei modi con molta calma e tranquillità. Adesso sono in ritiro con la nazionale insieme ai miei compagni di squadra a Roccaraso in Abruzzo e lunedì facciamo le valigie per Londra».
Come si sta preparando?
«Adesso sto svolgendo lavori specifici e di rifinitura. Io e miei compagni siamo in scarico e i carichi pesanti non li stiamo facendo più da diverso tempo. Naturalmente la preparazione per la Paralimpiade è impostata sul quadriennio nei minini dettagli e niente viene lasciato al caso. Non vedo l’ora di iniziare le gare e voglio divertirmi».
Divertirsi? Si spieghi meglio..
«Nel senso che voglio vincere una medaglia. A Londra 2012 arrivo tra i favoriti. Negli ultimi due anni nelle prove in Coppa del Mondo ho vinto un oro su strada e un argento nella cronometro e agli ultimi Campionati del Mondo su pista ho vinto il bronzo nell’inseguimento. Mi sento bene e sono da podio!».
Dopo le Paralimpiadi di Londra pensa di smettere?
«Assolutamente no. Voglio continuare a gareggiare come ho sempre fatto e dopo l’esperienza Oltremanica continuo con l’obiettivo di arrivare al meglio per i Giochi di Rio de Janeiro 2016».
Se a Rio dovessero sceglierla come portabandiera dell’Italia, accetterebbe?
«Non me lo devono nemmeno chiedere! Accetterei subito senza nemmeno doverci pensare. Per me sarebbe un onore sfilare con la bandiera insieme ai miei compagni per rappresentare il mio paese. Anche se il giorno dopo dovessi avere delle gare, per me non sarebbe un peso presenziare alla cerimonia inaugurale».
Bene... allora in bocca al lupo per la sua avventura!
«Grazie mille e ne vedrete delle belle».
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