Milano, 16 marzo 2014 - Sprofondo rossonero. Il Milan perde anche contro il Parma (4-2) ed è a undici punti dall’Europa League nuovo obiettivo imposto dalla società dopo la pesante sconfitta in Champions. Otto gol subiti nelle ultime due partite, quarta sconfitta consecutiva e undici lunghezze dalla zona retrocessione. Numeri implacabili segnali di una stagione disastrosa. Galliani, contestato, ha abbandonato la tribuna autorità di San Siro a metà secondo tempo e Mexes a fine gara litiga con alcuni tifosi della tribuna centrale.
Pronti via e al 4’ Abbiati travolge in uscita Schelotto. Espulsione, rigore a favore del Parma e Amelia freddo (entrato al posto di Essien) costretto a fronteggiare l’ex Cassano dal dischetto. Ma il barese non sbaglia e spiazza il portiere di riserva. Il Milan è costretto a giocare in inferiorità numerica per 85’. Una giornata nera per la storia del Diavolo. E, come se non bastasse, ci si mette anche la sfortuna beffarda ad ostacolarlo: al primo quarto di gioco dopo un affondo personale di Balotelli (che cerca di estraniarsi dai continui fischi provenienti dalla Curva Sud), sugli sviluppi del conseguente calcio d’angolo colpisce il palo. Ma per l’attaccante rossonero sono solo spunti isolati. La difesa ha faticato moltissimo nella prima frazione, Mexes ha sbagliato tantissimo e rischiato concretamente il doppio giallo in più occasioni venendo graziato da Celi. Emanuelson assolutamente non in giornata è riuscito a far sembrare Schelotto un giocatore immarcabile.
I buchi difensivi hanno condannato la squadra che ad inizio ripresa è stata infilata, questa volta su azione, sempre dall’ex Cassano. La retroguardia è quasi rimasta immobile ad osservare l’affondo del Parma. Seedorf ha provato a correre ai ripari (in ritardo) sostituendo Emanuelson (fischiatissimo da tutto lo stadio, si è diretto subito negli spogliatoi) con Rami. Pochi minuti e il neoacquisto rossonero sigla il 2-1. Poi Clarence butta nella mischia Pazzini e la musica sembra cambiare. Dopo qualche tentativo, Montolivo viene sgambettato da Obi in area ed è rigore. Balotelli non sbaglia e il Milan s’illude di poter riprendere la partita, ma è solo un momento di distensione. Perché Amauri (entrato al posto di un fischiatissimo Cassano) trova la pregevolezza di tacco. E il Milan spegne definitivamente la luce. Permettendo al Parma di trovare anche il 4-2 nel recupero.
CLIMA TESISSIMO – La contestazione annunciata da un comunicato e iniziata fuori dallo stadio è continuata anche sugli spalti. La Curva Sud senza prestare attenzione all’esito della partita ha protestato contro giocatori e società per tutta la durata della gara. “Galliani, ci senti? Ci siamo rotti. Te ne vai si o no?” e “Galliani vattene” i cori rivolti all’amministratore delegato.
A SuperMario solo insulti e la precisa richiesta di andarsene: “Balo, Balo, vaff…”. L’attaccante ha risposto sprezzante alle critiche applaudendo ironicamente gli ultras. Poi ancora “Indegni” e “Andate a lavorare” le parole rivolte alla squadra. Non è stato risparmiato neppure Raiola, reo di aver pensato troppo spesso ai propri interessi economici a danno delle casse rossonere.
Pochi i rossoneri a cui è stato riservato un trattamento di favore. Solo Kakà, già preso ad esempio nel comunicato quale giocatore serio e ligio al lavoro, e Pazzini. Anche perché a sentire gli ultras gli altri elementi dovrebbero tutti andarsene. Il tifo caldo della Sud ha chiesto maggiore attaccamento alla maglia, come in passato hanno fatto i più importanti rappresentanti rossoneri: uno su tutti l’onsannato Franco Baresi.
IL GIOVANE CONTRASTO – Da una parte la contestazione dall’altra i cori angelici delle scuole calcio Milan e Brescia che hanno riempito il primo anello verde. Da quella metà di stadio solo incoraggiamenti urlati a squarciagola dai bambini, anche in direzione di Balotelli.
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