Milano, 31 dicembre 2015 - Da nuovo fenomeno del calcio italiano ad ingombrante problema; da giocatore da piazzare sul mercato a possibile chiave di volta della stagione. Il caos che regna all’interno del Milan si ripercuote anche sulla situazione legata a Stephan El Shaarawy, ma il Faraone potrebbe presto tramutarsi da problema a possibile, nuova, soluzione tattica per Sinisa Mihajlovic. Il Milan è furente col Monaco, che ha già comunicato ai rossoneri la propria intenzione di non riscattare El Shaarawy. In via Aldo Rossi stanno cercando una soluzione: perché il mancato riscatto del Faraone non permetterebbe ai rossoneri di incassare i 14 milioni di euro previsti e, inoltre, riporterebbe a bilancio un nuovo stipendio da tre milioni annui.
La legge del calcio è crudele e verrebbe quasi da dire che «chi di Aquilani ferisce, di El Shaarawy perisce», con il chiaro riferimento a quando i rossoneri non riscattarono il centrocampista della Fiorentina non facendogli disputare la 25esima presenza in campionato per tramutare la possibilità in dovere. Per ora la società non si è ancora mossa: prima vuole cercare di capire se l’italo-egiziano davvero non possa essere utile a Mihajlovic. La Juventus ha provato a chiedere informazioni, anche nell’ipotesi di un’eventuale cessione di Zaza; la Fiorentina per ora non ha altro che un’idea in mente. Galliani vorrebbe inserirlo nella trattativa con la Lazio per Candreva, ma sta di fatto che, ad oggi, l’esterno offensivo è un giocatore del Milan. Per buona pace anche del Genoa, che lo riabbraccerebbe volentieri se non fosse per quello stipendio troppo oneroso da gestire. Ma il suo ritorno potrebbe, tuttavia, non essere una brutta notizia in assoluto:Mihajlovic sta pensando di offrire un’ultima chance al Faraone anche in previsione del difficile recupero di Menez, il quale prosegue con i suoi annosi problemi alla schiena che ne allungano il rientro completo.
Certo è che la parabola discendente di El Shaarawy è sotto gli occhi di tutti: l’italo-egizio è stato incoronato con la cresta di Fenomeno per sei mesi, per poi diventare un vero mistero. Nel 2012, all’alba delle cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva, El Shaarawy trainò il Milan di Allegri, l’ultimo a centrare la qualificazione europea con quel terzo posto che, a posteriori, sa proprio di miracolo sportivo. Poi la cessione al Monaco: 16 milioni, 2 per il prestito e 14 per il riscatto, da pagare a rate. Ma i francesi hanno bocciato El Shaarawy, che quindi torna mestamente a Milanello. La verità è che il Faraone ormai ha pochissimo mercato. Il Milan gli ha preferito Cerci, Bonaventura, Honda e Niang, con risultati non sempre eccelsi. E questo anche perché, in sostanza, non è un giocatore duttile, avendo come unico ruolo quello dell’esterno sinistro nel tridente. Tridente che Mihajlovic non usa più. Ma nell’anno dell’Europeo il buon Stephan dovrà inventarsi qualcosa: per non mandare all’aria un’altra (triste) annata deve giocare.
di LUCA TALOTTA