Milano - Christopher Paul Gardner, da Milwaukee USA, classe 1954, è l’imprenditore che ha portato il Brera Calcio, la terza squadra di Milano che oggi milita in Seconda Categoria Lombarda, ad essere la prima società italiana quotata alla Borsa del Nasdaq di New York, accanto a giganti come Alphabet Google, Microsoft e Apple.
Lo abbiamo contattato telefonicamente negli USA per capire perché si è innamorato del nuovo progetto globale del Presidente del Brera FC Alessandro Aleotti, volto dalla prossima stagione sportiva ad entrare nel professionismo in altri Paesi Europei. In sintesi, l’idea è di avere, accanto al Brera FC milanese nei Dilettanti, altri Brera nella Serie A di 4 piccoli Paesi europei e di 2 Paesi africani. Chris Gardner è noto perché la sua storia di ex senzatetto diventato milionario è stata raccontata nel film di Gabriele Muccino ‘La Ricerca della Felicità’, in cui nei panni di Gardner e di suo figlio ci sono Will Smith e il figlio Jaden. E tra i suoi molteplici impegni di broker, il tempo per parlare del Brera Gardner lo trova sempre.
Mr.Gardner, perché proprio il Brera?
"Per due ragioni. Mi piace il calcio e amo Milano, dove ho trascorso molti momenti importanti della mia vita. Mia figlia Jay vi ha frequentato il Marangoni Fashion Institute, scuola di Moda tra le migliori del mondo. Mia moglie Holly è scomparsa dieci anni fa, ma ancora oggi la vedo come un angelo in Paradiso, mentre siamo insieme proprio a Milano: può sembrare triste questa cosa, ma ogni ricordo milanese mi fa stare bene. Poi il proprietario del Brera FC, Alessandro Aleotti, mi ha parlato del suo affascinante progetto mondiale. Ho visto subito una grande forza in questa idea, un’opportunità assolutamente nuova, un sogno che ho subito connesso alla mia storia, perché i sogni non devono mai avere limiti".
La quotazione al Nasdaq di una piccola società calcistica milanese insieme a giganti come Apple o Microsoft ha stupito tutti, anche perché negli USA dominano baseball, basket, hockey e l’altro football, non il soccer...
"Quando hai un sogno devi essere open minded. Il Brera oggi non si rivolge agli Stati Uniti, ma aspira ad essere globale. Sapesse quanti club ci stanno chiamando dal Sudamerica all’Africa per far parte del nostro nuovo progetto sul gioco più bello del mondo. Tanti anni fa, i signori che hanno cominciato col calcio in Inghilterra certo non immaginavano quanti si sarebbero poi seduti a quel tavolo fino a far diventare la Premier League quello che è oggi. Per noi è lo stesso: al nostro tavolo aspettiamo tanti amici da ogni angolo del mondo, con le loro idee"
Cosa si aspetta dalla Borsa di New York?
"Tantissimo! Logico che all’esordio in Borsa ci sia stato un piccolo ribasso, perché ogni idea nuova ha bisogno di un po’ di tempo, ma anche questo lo vedo come un segnale positivo: anch’io sono partito dal basso, sicché il percorso compiuto è diventato poi ancora più ampio e stimolante".
A proposito, il film di Muccino rispecchia davvero la sua vera storia?
"Assolutamente! Muccino e Will Smith mi hanno voluto sul set ogni giorno perché fossi il garante assoluto della storia che hanno tratto dal mio libro. C’è stata solo una piccola variazione per favorire i dialoghi: nel film Jade Smith, ossia mio figlio, ha cinque anni, mentre quando mi sono trovato in grave difficoltà, mio figlio aveva solo 14 mesi, ma il resto è tutto reale!"
Quindi, ora avanti tutta col Brera!
"Nel Brera oggi vedo un’altra parabola della mia vita, vissuta sempre credendo a quello che potevo fare io, non a quello che gli altri credevano potessi fare. Tutti possiamo far parte delle cose molto di più di quello che ci dicono gli altri. Quando mi chiedono quale sia il mio mestiere, rispondo che sono il ‘CEO della Felicità’. Sono consapevole della mia responsabilità più importante: creare felicità per me e per la mia famiglia!".