DIALESSANDRO STELLA
Sport

Diavoli all’inferno. Dai trionfi nel secolo scorso al crollo in ultima categoria. Il lento declino dell’hockey

Un lungo periodo d’oro tra vittorie, rivalità esaltanti e un pubblico appassionato. Poi l’abbandono dei palazzetti e la crisi economica hanno affossato la disciplina:. ora l’unico club meneghino esistente accumula solo sconfitte nell’IhL Division I.

di Alessandro Stella

C’era una volta la Milano dell’hockey su ghiaccio che dominava in Italia. Dagli anni ‘30 del Novecento al 2006, nonostante diversi momenti difficili, il capoluogo lombardo ha avuto tante squadre vincenti e un seguito importante a livello di tifo, arrivando ad attirare per un breve periodo anche l’attenzione…di Silvio Berlusconi. Ma da anni, per colpa di problemi economici e perdita di interesse verso la disciplina, questa realtà felice non esiste più.

Ora l’hockey su ghiaccio nella città meneghina è rappresentato sola dai Devils Milano, che militano in IhL Division I (l’ex Serie C) dove attualmente si trovano all’ultimo posto della graduatoria con nove sconfitte in nove partite. Da inizio stagione i meneghini devono fare i conti con numerosi infortuni che impediscono a coach Tomo Hafner di utilizzare il roster completo. È però d’obbligo ricordare come Devils siano nati solamente la scorsa estate dall’unione di altre due squadre -i Diavoli Sesto e gli Old Boys Milano e con obiettivi specifici. I sestesi infatti, dopo aver curato per anni solamente il settore giovanile, hanno deciso di creare un Senior Team, trovando una sponda negli Old Boys. I milanesi, a loro volta, dopo la chiusura ad inizio 2023 dell’Agorà -l’unico palaghiaccio ancora esistente a Milano- si sono ritrovati senza casa e con questo sodalizio hanno ottenuto un nuovo stadio dove giocare, pur dovendosi trasferire a Sesto. In ogni caso gli attuali Devils hanno due missioni principali, considerate più importanti del conseguimento di risultati positivi: utilizzare il Senior Team per far crescere i propri ragazzi -molti dei quali minorenni o comunque sotto i 25 anni- e provare a riaccendere la fiamma della passione per questo sport a Milano. Una passione per il ghiaccio un tempo bollente, ma col tempo andata piano piano sciogliendosi.

Su tutto questo ha influito anche la chiusura dei due luoghi simbolo della storia dell’hockey milanese: il PalaGhiaccio di Via Piranesi (non più utilizzato per l’hockey dal 2002) e il già citato PalaAgorà. Il PalaGhiaccio fu costruito nel 1924 da Alberto Bonacossa, che nello stesso anno fondò anche l’Hockey Club Milano. Il primo club della storia dell’hockey milanese e italiano giocò le sue partite proprio nella struttura di Via Piranesi. Fino al 1956, quando fu sciolto, L’Hockey Club Milano manifestò un autentico strapotere: 15 scudetti e 2 coppe internazionali vinti in poco più di trent’anni. Nel 1950 intanto ecco una delle grandi “contaminazioni” con il calcio. Dopo un accordo con l’Inter, nella dirigenza dell’Hockey Club Milano, rinominata nel frattempo Hockey Club Milano Inter, entrò Angelo Moratti futuro celebre presidente dei nerazzurri.

Ma in quegli anni l’hockey milanese non era rappresentato solo dall’Hockey Club Milano. Nel 1933 fu fondato infatti l’Hockey Club Diavoli Rossoneri Milano, società satellite dell’altro grande club calcistico meneghino: il Milan. I Diavoli Rossoneri, anche loro poi sciolti nel 1956, diedero sempre filo da torcere ai più quotati cugini, riuscendo a vincere comunque 4 scudetti e 3 coppe internazionali.

Successivamente dopo gli scioglimenti del 1956, per circa trent’anni l’hockey milanese visse periodi di alti e bassi ma senza raggiungere più i fasti passati. Da metà anni ‘80 la nuova svolta, che portò ad un altro breve dualismo nell’hockey meneghino: nel 1985 il gruppo immobiliare Cabassi (che costruì in quegli anni anche il Forum di Assago, altro impianto hockeystico usato per alcuni anni) fondò l’Hockey Club Milano Saima. Nel 1989 invece il proprietario del Milan e futuro Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi acquistò proprio ciò che era rimasto dell’Hockey Club Diavoli Rossoneri, dando continuità al rapporto tra hockey e calcio. Intanto la Saima scatenò una vera e propria hockey-mania tra i milanesi, culminata con la vittoria dell’unico scudetto nel 1991 davanti ad 11mila spettatori presenti al Forum. Ma quello stesso anno la favola del club rossoblù finì bruscamente, con la morte di patron Giuseppe Cabassi e per colpa dei debiti contratti dalla società. E ad approfittarne, come in tante altre situazioni, fu proprio il futuro Premier italiano. Nel 1992 il club targato Berlusconi e rinominato Hockey Club Devils Milano (che giocava nel PalaAgorà) conquistò il primo di 3 scudetti e l’anno successivo tesserò diversi giocatori dell’ormai scomparsa Saima. Ma a differenza della squadra dei Cabassi, i Devils non riuscirono mai a farsi amare dagli appassionati della disciplina che vedevano tutto ciò come una delle tante mosse commerciali di Berlusconi. I tifosi iniziarono a tifare contro la loro stessa squadra e la vicenda culminò con una pesante contestazione verso il “Cavaliere”. Quest’ultimo abbandonò i Devils nel 1995.

Dopo queste vicende l’hockey a Milano visse un’ultima parentesi felice grazie all’Hockey Club Junior Milano Vipers, fondato nel 1998 dalle ceneri della Saima, che vinse cinque scudetti (e altri vari titoli) consecutivi tra il 2002 e il 2006. Da quel momento in poi iniziò il lento ma inesorabile declino dell’hockey nel capoluogo lombardo, tra palazzetti abbandonati, disaffezione graduale del pubblico e vari esperimenti societari falliti in breve tempo. E vedendo la situazione degli attuali Devils Milano si fa fatica ad immaginare, sul breve periodo, un ritorno dell’hockey-mania a Milano.