
Lautaro Martinez festeggia il suo gol nella partita contro il Cagliari
Milano, 12 aprile 2025 – Un tempo di grande qualità, una ripresa iniziata male ma mantenuta in linea di galleggiamento rapidamente da Yann Bisseck (3-1 il finale). Per 48 ore l'Inter va a +6 dal Napoli, con la solita ricetta per la Serie A. Ovvero un approccio al match perfetto, quattro volte l'uomo solo davanti al portiere e due reti all'attivo, e un calo soprattutto di attenzione alla distanza.
Dal gioco all'italiana di Monaco di Baviera, ovviamente, si torna al baricentro alto e al rapido fraseggio, il Cagliari è subito travolto, anche se ci vuole il solito grande Sommer di questa primavera ad ipnotizzare Piccoli a cavallo delle due segnature nerazzurre. La prima è un capolavoro di organizzazione, con Calhanoglu a saltare la linea con un lob, e Carlos Augusto a leggere di petto l'inserimento di Marko Arnautovic.
La seconda una rapida ripartenza innescata proprio dall'austriaco, che ha anche il merito di salvare un sabato molto grigio per capitan Lautaro. Le scelte di Simone Inzaghi, sei titolari inizialmente in panchina, si rivelano azzeccate in fase di costruzione e manovra, la pecca sulla continuità resta una macchia che però coinvolge in questa fase titolari come riserve.
E qui vengono i dolori, perchè Piccoli riapre il match in apertura di secondo tempo schiacciando di testa in mezzo ad una selva di spettatori di bianco vestiti, e ancora al settantasettesimo è De Vrij a salvare un tiro a colpo sicuro dello stesso numero 91 di Nicola. Rispetto all'Udinese, questa volta ci pensa Bisseck a ristabilire presto le due reti di vantaggio con un imperioso colpo di testa. Nel mezzo della doppia sfida con il Bayern, probabilmente, non si può pretendere di più. Resta solo la sensazione di un'orchestra perfetta, ma priva di armi letali in fase di capitalizzazione. In Serie A, come dimostra il tabellino, può bastare. In Champions League l'interrogativo resta aperto.
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