
Mauro Icardi
Miolano, 2 giugno 2018 - Tra le possibilità di permanenza e quelle di addio di Mauro Icardi all’Inter, c’è di mezzo uno spauracchio chiamato clausola rescissoria. Valida per l’estero, ma comunque in grado di non far dormire sonni tranquilli ai tifosi e alla dirigenza nerazzurra. Quei 110 milioni da versare, con l’assenso del giocatore, per strappare l’argentino al suo attuale club sarebbero una bella consolazione e un tesoretto discretamente importante per andare a cercare un sostituto, ma sia Spalletti che Piero Ausilio preferirebbero non dover passare l’estate alla ricerca di un nuovo centravanti. Non solo: c’è anche la possibilità che la vetrina Mondiale riservi qualche rischio.
Il caso emblematico è quello di Marcelo Brozovic. Reduce da tre mesi, gli ultimi della stagione, in cui ha trovato la continuità mai mostrata in carriera, ha una clausola rescissoria da 50 milioni che fino a poche settimane fa nessuno avrebbe considerato congrua al reale valore del centrocampista. Nulla da dire sulle capacità tecniche del croato, ma l’affidabilità sul lungo periodo non era mai stata un punto di forza. Fino a quando Spalletti non lo ha trasformato in regista, assicurando alla squadra un metronomo capace di essere determinante con le sue aperture, le verticalizzazioni, nonché con la grande capacità di corsa e contrasto. Se queste qualità dovessero venir fuori anche durante il Mondiale gli estimatori, considerando gli standard di oggi, potrebbero non escludere il grande investimento pari alla clausola e in caso di assenso del giocatore l’Inter non potrebbe far nulla.
Non serve Russia 2018, torneo al quale non parteciperà, per trovare pretendenti per Milan Skriniar. Sullo slovacco c’è già pressione del Barcellona, ma stavolta nessuna clausola favorisce i potenziali compratori e in Corso Vittorio Emanuele non fanno nemmeno il prezzo. Il centrale è incedibile, punto, e non ha mai mostrato cedimenti nella propria volontà di vestire ancora il nerazzurro. E’ uno dei giocatori attorno al quale verrà costruita la prossima Inter, nella speranza di riuscire a prendere rinforzi che facciano la differenza. «In Champions arrivi fino a un certo punto con gli equilibri e il gioco di squadra, poi servono i calciatori forti», ha sottolineato Spalletti. L’Inter sta provando innanzitutto a tenere quelli che ha già e che rischiano di partire per questioni contrattuali (a Miranda è stato offerto un rinnovo dell’accordo in scadenza nel 2019) o di bilancio. Se di plusvalenze ci sarà la necessità, si proverà fino all’ultimo ad arrivarci tramite i gioielli del vivaio: Pinamonti, Puscas, Valietti, Radu e altri. Successivamente si aggiungeranno pedine in grado di aiutare, come Dembelé a centrocampo o Politano in attacco, acquisti per i quali si stanno cominciando a gettare le prime basi.