
Stefano Pioli (Lapresse)
Milano, 1 novembre 2016 - Frank de Boer cammina sul Miglio Verde: condannato all’esonero, patibolo calcistico per antonomasia. Nessuno però all’Inter ha ancora avuto la gentilezza umana e la forza professionale di avvertirlo di una decisione già presa. La rottura arriverà probabilmente già oggi dopo il via libera di Suning, altrimenti venerdì se dovesse andare male con il Southampton (Vecchi sarebbe promosso all’ingrato ruolo di Caronte con il Crotone) così da gettare addosso all’olandese la croce anche per la precoce eliminazione in Europa; difficile resista fino alla sosta delle Nazionali. La fiducia a tempo incassata con il Torino e rinnovata di facciata all’assemblea dei soci è già stata tradita. Nessuno della società parla, nessuno lo protegge, nessuno gli chiede giustificazioni o lo tiene a rapporto: il segnale della resa e dell’entropia che si respira tra il centro di Appiano Gentile e gli uffici di Milano, Jakarta e Nanchino. Caos calmo.
Ieri il vice presidente Zanetti, il ds Ausilio e il dg Gardini sono andati alla Pinetina: un viaggio a vuoto visto che nessuno di loro ha avuto l’atteso faccia a faccia con De Boer. Destituito a fatti. Una società immobile che decide di non decidere. Tergiversa. Si vive ora per ora, giorno per giorno, aspettando che Suning o Thohir diano un segno. Un rimpallo di responsabilità continuo e costante. Telefonate intercontinentali che non portano a nulla. Di qua i soliti tre a muovere fili senza potere, gravati dalla colpevole assenza dell’ad Bolingbroke; in Cina la potenza economica di Suning che ha delegato in toto la gestione sportiva ma ha diritto e dovere dell’ultima parola; in Indonesia Thohir (operativo nonostante la morte del padre), pronto a far partire l’esonero nonostante sia un’ammissione di colpa nella scriteriata gestione della stagione, cominciata con la tardiva separazione da Mancini.
L'olandese ha le ore contate ed è partito il casting: precipitano le quotazioni di Leonardo (chiede un ruolo in società dopo) e Blanc (stipendio abnorme), spuntano Villas Boas e Bielsa, tengono i nomi di Mandorlini e Guidolin. Ma il favorito diventa Pioli che, contattato al telefono, risponde con un semplice quanto spiritoso «arrivederci». Ci sarebbe già l’accordo per un contratto di 8 mesi e opzione sul rinnovo annuale. De Boer invece verrà liquidato con 1,5 milioni, penale inserita sul contratto. Una situazione che non piace nemmeno a Marco Tronchetti Provera, con la sua Pirelli principale sponsor dell’Inter e piccolo azionista del club: «La proprietà deve fare la proprietà. Il Milan ha vinto quasi tutto quando Berlusconi è stato vicino alla squadra. L’Inter di Moratti ha vinto 15 titoli in sei anni grazie al fatto che Moratti era presente. La Juve di Agnelli vince perché la società è molto vicina. Devono affidarsi a una persona che conosce il campionato italiano e con pieni poteri». Ma l’Inter non rialzerà la testa finché non uscirà dall’equivoco Simeone, l’oggetto del desiderio: ogni allenatore sarà di passaggio e mai il perno di un progetto.