ALESSANDRO LUIGI MAGGI
Inter

Lampo Lautaro, prepotenza Dumfries e ancora Thuram: l’Inter spazza via l’Empoli nella ripresa

Inzaghi, squalificato, torna a 3 punti dal primo posto grazie ad un'invenzione del suo capitano, di nuovo decisivo come lo scorso anno, e all'esterno. Nel finale la chiude l'attaccante, alla tredicesima marcatura in Serie A

Lautaro Martinez festeggia l'1-0 all'Empoli

Lautaro Martinez festeggia l'1-0 all'Empoli

Milano, 19 gennaio 2025 – L'Inter fa felice Simone Inzaghi in tribuna, batte l'Empoli, torna a -3 dal Napoli con una gara in meno e chiude con un sorriso una settimana non semplice dopo il pareggio con il Bologna.

Il tecnico nerazzurro non ottiene notizie rassicuranti dalle sue seconde linee, ma si prende i tre punti (3-1 il finale) e un Lautaro in stile 2024, decisivo con una staffilata figlia solo ed esclusivamente del suo talento prima del raddoppio di Dumfries e della tredicesima marcatura in Serie A di Marcus Thuram (-1 dall'atalantino Retegui). L’Inter senza Bastoni, Calhanoglu, Mkitharyan e Thuram è un’altra squadra, e non potrebbe essere altrimenti. Anche con Asllani a giocare il miglior primo tempo della sua tormentata storia in nerazzurro, o Lautaro Martinez a combattere a tutto campo, manca il controllo del ritmo, la rapidità di ripartenza, la profondità. Gli esterni non sono quasi mai serviti sulla corsa, e non a caso nella prima frazione di gioco si fanno notare solo due mezze occasioni del capitano (palo esterno la seconda) e, di contrasto, una buona attenzione difensiva sulle confuse ripartenze toscane. L'Empoli è raccolto nella sua retroguardia a cinque, molto ampio anche a centrocampo, ma capace di chiudere sui pochi tagli dell'attacco nerazzurro. Serve l'invenzione.

A livello tattico è di Barella, che inizia a svariare in orizzontale vista la scarsa vena di Zielinski per creare superiorità. Al resto ci pensa Lautaro, che esce dall'area in cerca dello spazio, sfila dietro l'arbitro Feliciani e disegna in apertura di ripresa la parabola del vantaggio praticamente da fermo. È una fiammata, che poco dopo il capitano quasi bissa da posizione ben più invitante, a dare luce nelle ombre di alcune seconde linee. Zielinski, forse l'innesto più atteso del mercato estivo, gioca al piccolo trotto, senza impennate, senza creare, senza sostenere Asllani e l'attacco. E davanti si registra il nuovo passo falso di Taremi, incapace di trovare una posizione in campo e dare un riferimento, anche tra le linee, quella che nelle precedenti uscite pareva la sua comfort zone.

Allarmi che restano accesi, perché un conto è la difficoltà un altro l'approccio, che per i due è inferiore a quello ad esempio di Asllani (anche se da lui nasce poco), o del sempre attento Carlos Augusto, senza dimenticare il solito Dumfries, che di prepotenza schiaccia il corner del raddoppio. Resta il canto di San Siro per Lautaro, decisivo come un anno fa, e la fiammata finale di Thuram dopo la zampata maladrina di Esposito. Ora testa alla Champions League: mercoledì c'è lo Sparta a Praga.

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