La sofferenza è interminabile, ma quando dopo ben otto minuti di recupero e un cartellino giallo sventolato davanti agli occhi di Inzaghi l'arbitro Kovacs fischia tre volte per chiudere il match il boato di San Siro è una sorta di grido liberatorio. E' finita, l'Inter ha vinto, magari giocando all'italiana, ma per stasera va bene così. Per il bel gioco ci saranno altre occasioni, quel che conta è portarsi a casa i tre punti a fare un bel passo avanti nel maxi-girone.
La qualificazione agli ottavi di finale è a portata di mano, gli avversari più pericolosi (Manchester City e Arsenal) sono alle spalle, ed è giusto festeggiare nella prima vera notte autunnale di Milano. Arriva Calhanoglu, il suo piede educato ha deciso il match al terzo minuto di recupero della prima frazione di gioco. Modo migliore non poteva esserci per il ritorno da titolare dopo quattro partite, causa infortunio. "E' stato un rientro difficile - ammette il turco -, non giocavo da 3 settimane. Ho disputato 90' in totale nelle ultime due gare, a me serviva avere minutaggio nelle gambe. Ora siamo pronti per il Napoli".
Con la testa già proiettato in avanti Calhanoglu, fondamentale anche ieri sera in cabina di regia e glaciale come sempre dal dischetto: "Come definisco questo rigore? Speriamo di continuare così, non voglio sbagliare. Ho guardato fino alla fine il portiere, ho fatto una cosa diversa".
E poi ritorna sul match: "Parlo in generale, la gara è stata molto difficile, l'Arsenal è molto forte. Ma conta solo il risultato, alla fine. Abbiamo difeso bene, senza prendere gol. Loro hanno battuto tanti calci d'angolo, ma i nostri difensori hanno fatto bene. Perché questa sofferenza? A volte è così, oggi abbiamo sofferto un po', abbiamo lavorato con tanto sacrificio".
Arriva capitan Martinez. anche lui stremato ma felice. La sua gara è durata un'ora (era fra gli ammoniti e poi c'è il Napoli all'orizzonte) ma è stata un'altra partita di grande sacrificio: "Queste partite di Coppa sono belle da giocare, è entusiasmante affrontare squadre di qualità come l'Arsenal. Abbiamo fatto il nostro, nei primi 25' con tanta qualità e mettendoli in difficoltà. Poi siamo calati di intensità e abbiamo sofferto un po'. Ma nei 90' abbiamo messo carattere, siamo stati squadra. Io capitano-allenatore? No, no, è il lavoro del mister. A volte voglio trasmettere cose anche da fuori, quando stai vincendo è meglio stare con la linea alta".
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