
Carlos Augusto festeggia il gol
Bergamo - Messaggio Scudetto. L’Inter se ne va (2-0 il finale). Con struttura e cinismo. Nel primo caso, perché lo schema Calhanoglu-Carlos Augusto è il medesimo visto con il Como: corner da destra, inserimento dell’esterno che spiazza la difesa avversaria. Nel secondo, e si parla di caratteristica propria delle grandi squadre, ricordando come il tutto arrivi dopo sei minuti di sospensione per il malore di un tifoso sugli spalti.
I nerazzurri ripartono con il massimo della concentrazione, Gasperini invece impreca per la scarsa attenzione dei suoi. Salta tutto così in una contesa ben preparata dai padroni di casa, graziati in avvio da un palo di Thuram, ma abili nello spegnere la fonte di gioco di Simone Inzaghi, proprio il mediano turco, con l’aggressione di Pasalic (ma non è anche rinuncia offensiva?). Struttura nerazzurra che vive oltretutto nell’adeguamento automatico di ogni protagonista alle tante evoluzioni atalantine, o all’infortunio di Dumfries che costringe Bisseck a muoversi da quinto di centrocampo. Una macchina perfetta, che distanzia i bergamaschi e sfrutta l’ennesimo mezzo passo falso del Napoli, e prova ad impostare la prima reale fuga in una fase molto delicata della stagione, con la Champions ripartita e nove gare in 28 giorni dopo la pausa per le Nazionali senza dimenticare il derby di Coppa Italia.
Non si parli solo di episodi però, perché alla resa dei conti, quella dell’Inter è una vittoria netta, una dimostrazione di forza prepotente. Togliendo dalla gara Lookman, distanziando dai compagni bomber Retegui, andando a prendere alta una delle squadre più offensive della Serie A, a parte che nella fase centrale del primo tempo. Dimostrazione, i 12 chilometri percorsi da Barella nel corso del match. Unico neo, il rosso nel finale a Bastoni. Lautaro chiude i conti, tenuto in gioco da Zappacosta, certificando una superiorità che non può certo essere ridotta solo al mero vantaggio del doppio giallo eccessivamente fiscale di Ederson, come dimostra l’occasione colossale sciupata poco dopo da Frattesi.
Gasperini, espulso anche lui, urla: “Hai rovinato la partita" all’arbitro Massa. Ma la realtà è che l’Inter è più forte. E ha imposto al Gewiss Stadium la legge del più forte. Ora la pausa, con un sorriso sempre più pieno. È il primo abbozzo di fuga Scudetto.
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