Milano, 19 gennaio 2025 – Si è scremato il gruppo Scudetto. Rimangono ormai solo Napoli e Inter. I nerazzurri vincono il posticipo domenicale contro l’Empoli per 3-1 e tengono la scia del Napoli, che ha vinto a Bergamo. Conte è a quota 50, Inzaghi a 47 ma con una partita in meno e dietro, con l’Atalanta a 43, sembrano ormai staccate. A San Siro decidono una prodezza di Lautaro, a spaccare la partita a inizio ripresa, poi il solito gol di Dumfries, ormai bomber, per il raddoppio, prima che l’ex Esposito desse una illusione all’Empoli poi spenta immediatamente da Thuram in contropiede. Per i nerazzurri una vittoria fondamentale e che riscatta il pareggio con il Bologna, lasciando a Inzaghi ancora una possibilità di raggiungere il Napoli. Per l’Empoli la zona calda inizia ad avvicinarsi sul serio dopo un buon inizio di campionato.
Primo tempo scialbo
Inzaghi rilancia Pavard dietro, in mezzo tocca ancora a Zielinski, mentre davanti c’è Taremi al fianco di Lautaro. Empoli abbottonato con Fazzini a supporto di Colombo. Prova subito a partire forte l’Inter, con possesso, riaggressione immediata e verticalità. D’altronde, con il Napoli vincente a Bergamo non sono ammessi passi falsi. All’8’ rischia in area Ismajli che interviene con una gamba alta su Lautaro, per gli arbitri non ci sono gli estremi per una sanzione anche perché Grassi anticipa tutti. La prima vera occasione arriva al 14’, nasce da una punizione tesa di Dimarco per la mezza rovesciata di Lautaro che Vasquez neutralizza. I nerazzurri attaccano ma non sfondano, mentre l’Empoli prova a difendersi in maniera ordinata, soprattutto proibendo la verticale e facendo densità in zona centrale. Il capitano spreca invece al 26’, quando inspiegabilmente Ismajli si abbassa sull’imbeccata di Asllani, ma il destro finisce sul palo esterno. Non riesce a gonfiare la rete l’Inter che ci prova anche da fuori con Barella, palla alta, ma in generale la netta supremazia nel possesso palla non sfocia in un risultato favorevole. Pur con trame discrete, i nerazzurri non hanno il guizzo decisivo nei sedici metri e l’Empoli, nonostante un baricentro molto basso, sembra tenere bene il campo. Nemmeno i piazzati danno all’Inter modo di impensierire Vasquez e sull’ennesimo corner ci prova Barella al volo dal limite: palla di poco alta. A parte un paio di mischie nel finale, con Grassi che salva un gol già fatto di Asllani, anticipandolo in area, la squadra di casa non riesce a trovare la porta e all’intervallo l’Empoli riesce a mantenere il risultato sullo a zero. Non si può dire che i nerazzurri giochino male, però nella zona di rifinitura manca qualcosa per mettere qualcuno nelle condizioni di segnare.
Poi il tris
L’Inter fa molto possesso palla anche nella ripresa, con pazienza, muovendo da un lato all’altro per cercare di stanare un Empoli arroccato dietro. La squadra di D’Aversa non si scompone e in contropiede prova a pungere, anche se Sommer vive la classica giornata tranquilla in ufficio. Serve una giocata fuori dal contesto, fuori dallo spartito, da campione. La sforna il numero dieci dell’Inter, che dal limite spara un destro che piega le mani a Vasquez e fa esplodere il Meazza: 1-0 al 56’. Sbloccata la partita, per l’Inter il più sembra fatto perché ora l’Empoli deve scoprirsi e lasciare spazi in contropiede dove la verticalità nerazzurra può emergere con ancor più qualità. Lautaro ha un’altra chance proprio in ripartenza, innescata da Augusto per la sponda di Taremi, ma stavolta il destro gira centrale tra le braccia del portiere empolese. L’Empoli si vede il giusto dalle parti dell’area nerazzurra, a parte quando Sommer sbaglia un disimpegno e Maleh calcia sull’esterno della rete facendo passare un brivido agli interisti. D’Aversa va con due cambi e sceglie Esposito e Gochlidze per Fazzini e De Sciglio per cercare di ravvivare i suoi, ma è sempre l’Inter a fare possesso, anche abbassando i ritmi per gestire il prossimo impegno di Champions League e un tour de force in calendario. Farris, Inzaghi è squalificato, opta per Thuram e Mkhitaryan al posto di Taremi e Zielinski per gli ultimi venti minuti. Ci sono spazi in contropiede e Dimarco ha il piede giusto per innescarlo, stavolta né Lautaro né Mkhitaryan riescono a coordinarsi per battere a rete. Si arriva all’ultimo quarto d’ora, con la partita in controllo dell’Inter ma non del tutto il risultato visto il solo gol di vantaggio. Un’altra carta di D’Aversa è Henderson per avere un costruttore di gioco in più. C’è riposo anche per Lautaro e Dimarco, con Frattesi e Arnautovic per i minuti finali. Prima, però, Dumfries mette in mostra il suo strapotere tecnico e fisico con una percussione che Vasquez sventa sul più bello. L’olandese è comunque in un periodo on fire e al 79’ arriva il raddoppio con un imperiale stacco aereo. Air Dumfries: 2-0. Partita chiusa? No, perché poco dopo l’ex della gara, cioè Esposito, si destreggia bene in area e trafigge Sommer per riaprire i conti a 7 dalla fine. Ma l’illusione dura poco. Sambia, da poco entrato, decide di sparare in curva una punizione dai 35 metri che avrebbe dovuto crossare, così l’Inter riparte subito da Sommer, passando da Darmian, poi Barella, infine Arnautovic in profondità che assiste Thuram per il tris che stavolta chiude sul serio i giochi. L’Inter vince una partita da vincere e tiene la scia del Napoli. Conte è a più tre su Inzaghi, ma c’è sempre il recupero di Firenze come asterisco di calendario. Per lo scudetto sembra ormai lotta a due.
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