I rischi del turnover vengono fuori a Berna. L'Inter vince, con tanta fatica. Mantiene la porta inviolata con una prova nelle due fasi (quindi anche difensiva) meno solida di altre gare in cui il gol al passivo è arrivato. Normale, forse, per una squadra che tra gli undici titolari contro lo Young Boys presentava interpreti che hanno giocato assieme di rado. Può andare bene, come accaduto con la Stella Rossa, oppure meno come visto contro la squadra elvetica, che corre tanto, è stata rivitalizzata dal ritorno del vecchio allenatore e ha più confidenza con il sintetico.
La vittoria è un toccasana. Un altro 1-0 dopo quello di domenica scorsa contro la Roma, arrivato anch'esso in sofferenza. Segna un nome illustre, Thuram, tra quelli che inizialmente erano rimasti in panchina e che Inzaghi ha chiamato in causa nel secondo tempo. Non è casuale che i giri del motore siano saliti con l'ingresso del francese, di Lautaro, di Bastoni, a cui non si può chiedere una presenza fissa ad ogni gara fino a giugno, coi ritmi del calcio moderno.
All'Inter basta attingere ai suoi campioni per il finale in spinta, dopo un rigore fallito da Arnautovic (inconsolabile in panchina anche mentre i compagni festeggiano al triplice fischio) e un crescendo di opportunità nel quale vanno citate anche quelle dello Young Boys, fermato da Sommer, dall'ottimo De Vrij in mezzo alla difesa e in estrema ratio da un palo.
La formazione che affronterà domenica la Juventus dal 1' sarà molto diversa. Difficilmente ci sarebbe stato Carlos Augusto e con l'infortunio patito poco prima dell'ora di gioco è certo che il brasiliano non sarà presente nemmeno in panchina. Potrebbe recuperare giusto Asllani. Per Calhanoglu e Acerbi non sembra esserci tempo sufficiente.
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