DIANNAMARIA LAZZARI
Sport

"Lotterò fino alla fine per la mia quinta Olimpiade"

Lo sfogo del pugile Clemente Russo (due argenti ai Giochi), a cui è stata negata la wild card per il torneo di qualificazione a Parigi per Tokyo

di Annamaria Lazzari

Il pugile dei pesi massimi Clemente Russo non rinuncia al suo sogno olimpico. E lancia un messaggio forte e chiaro a chi sta nelle stanze dei bottoni: "Io non mollo. Continuo ad allenarmi e spero che qualcosa cambi dall’alto. La speranza è l’ultima a morire" dice l’uomo simbolo della boxe italiana ai Giochi, ieri a Milano per un evento delle palestre McFit. In gran forma a 38 anni, con pantaloncino aderente alla Axl Rose, si concede volentieri una battuta ma diventa serissimo quando si tocca il nervo scoperto delle Olimpiadi di Tokyo 2021. I due ori mondiali (nel 2007 e nel 2013) e i due argenti olimpici (a Pechino 2008 e Londra 2012) non bastano al campione nato a Caserta.

In ballo c’è un traguardo – la quinta partecipazione ai Giochi – che lo farebbe entrare nella leggenda: sarebbe un record nella storia del ring. Le speranze di prendere parte alle Olimpiadi del Sol Levante però sono ridotte al lumicino: Tatanka prima non ha potuto partecipare al torneo europeo di qualificazione olimpica a Parigi per via del forfait nel torneo di un anno fa a Londra, causa indisposizione, che lo ha fatto perdere a tavolino. Ma il vero "pugno dritto allo stomaco", come l‘ha definito, è stata la decisione da parte della commissione Cio di non concedergli la wild card per meriti sportivi chiesta anche dalla Fpi e dal Coni. Il 27 luglio compirà 39 anni.

Spera ancora di essere a Tokyo quel giorno a festeggiare?

"Sì, per me il sogno non è ancora finito. Mi auguro che qualcosa possa cambiare e che possa partecipare alla quinta Olimpiade, impresa che non è mai riuscita a nessun pugile nella storia".

Per inseguire questo sogno quali sacrifici è disposto a fare?

"Continuo la mia preparazione atletica con due sessioni al giorno per due ore. Faccio lavori brevi, specifici e di qualità: l’allenamento alla mia età va gestito e calibrato".

Mangia solo riso e pollo bollito?

"Seguo la dieta mediterranea, includendo sia carboidrati che proteine. Nell’alimentazione ci devono essere tutti i nutrienti. Ma zero sgarri".

A 38 anni cosa crede di avere in più come pugile rispetto ad avversari molto più giovani? "Alla mia età si perdono freschezza, continuità e il recupero immediato nel fiato. Si è anche più soggetti a strappi, contratture e infortuni. In compenso, dopo oltre 350 incontri, posso dire di avere dalla mia parte esperienza, lucidità e capacità di gestire il combattimento per tutti i round. La tecnica si affina. Le combinazioni – ogni campione ne fa sue solo una decina – dopo essere state ripetute per decenni si traducono in un sorta di automatismo psicologico e muscolare. Quando combatto eseguo movimenti di cui quasi non mi rendo conto".

Se non ci fosse il difficile ripescaggio, per la prima volta dal 1920 non ci sarabbero pugili azzurri al torneo olimpico. La boxe tricolore è nelle mani del poker di ragazze: Rebecca Nicoli, Giordana Sorrentino, Angela Carini e Irma Testa. Che segnale è?

"Le donne stanno andando bene, se vogliamo parlare di sconfitta è solo per il pugilato italiano maschile".

Ci sono pugili non all’altezza? "È una squadra forte. Anzi quando ero più giovane su dieci atleti di categorie diverse, la metà erano scarsi. Oggi abbiamo tutti atleti bravi e giovani".

Se le Olimpiadi sfumassero e la Nazionale la chiamasse per l’incarico di nuovo direttore tecnico?

"Valuterei la proposta".

E se arrivasse la proposta di fare un match in America, la patria del professionismo?

"Mi troverebbero bello disponibile".

Per un programma tv?

"L’Isola dei Famosi mi contatta tutti gli anni ma adesso non è ancora il momento. Nel futuro non lo escludo".

È vero che una delle sue figlie gemelle vuole seguire le sue orme? "Sì, Janet che ha otto anni vuole fare boxe. È pure bravina". Il suo papà famoso cosa farebbe se volesse farne una carriera?

"Non mi opporrei. Perché mai dovrei farlo?".