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Dan Ndoye (Ansa)
Bologna, 27 febbraio 2025 – Dopo 4 mesi di attesa (e polemiche), Bologna e Milan recuperano il match previsto per la nona giornata di campionato e rinviato a causa dell'alluvione che colpì il capoluogo emiliano, devastando proprio le zone adiacenti al Dall'Ara, che da allora paga un dazio ancora pesante per quanto riguarda lo stato di salute del manto erboso. Le due squadre si presentano appaiate a 41 punti alla gara che consente loro di togliere finalmente l'asterisco e dare connotati più reali alla propria classifica e alle proprie velleità di Europa. La partita parte male per i rossoblù, che creano di più ma cadono in una delle poche chance create dagli ospiti: segna Leao alla fine del primo tempo, ma Castro pareggia praticamente all'alba della ripresa, quindi dopo pochissimi minuti di gioco. La festa del Dall'Ara si compie quando Ndoye insacca il colpo del 2-1 che vale la fine di un tabù Milan lungo 23 anni, nonché un bel salto avanti in classifica.
Le formazioni ufficiali
Italiano sceglie un 4-2-3-1 aperto da Skorupski, protetto da De Silvestri, Beukema, Casale e Miranda, a loro volta schermati da Freuler e Ferguson: l'unica punta è Castro, assistito da Dominguez, Fabbian e Ndoye. Conceicao si schiera a specchio e lancia tra i pali Maignan, con Jimenez, Thiaw, Pavlovic ed Hernandez in una difesa a sua volta protetta da Musah e Fofana: davanti tocca a Gimenez, rifornito da Joao Felix, Reijnders e Leao.
Primo tempo
Pronti, via e il Milan, dopo una manciata di secondi, confeziona una grande chance: Musah mette in mezzo una palla leggermente arretrata per Gimenez, che si coordina male e manda il mancino di poco alto. Il Bologna replica con un'iniziativa di Dominguez che quasi porta Thiaw a concedere un altro autogol dopo quello della scorsa settimana a Torino. I rossoblù, a parte il brivido iniziale, provano a guadagnare il predominio del campo, pur senza riuscire a costruire occasioni nitide: discorso analogo per gli ospiti, che tuttavia dimostrano di potersi rendere spesso pericolosi tramite il corridoio centrale. Dopo una fase di studio reciproco, al 16' Gimenez imbuca per Musah, che da posizione defilata obbliga Skorupski a rifugiarsi in corner. Al 25' Hernandez e De Silvestri vengono a contatto: la spunta il capitano rossoblù, che va da Ferguson, che a sua volta lancia Ndoye che, contrastato da Pavlovic, manda sul fondo un'ottima chance. Al 33' Fabbian serve Dominguez, che si accentra e scocca un destro rasoterra che Maignan blocca senza problemi. L'argentino ha una doppia clamorosa occasione al 38', quando riceve da Ndoye, salta Jimenez ma a tu per tu con Maignan lo centra: l'azione era stata avviata da un lancio di Beukema, che sul prosieguo filtra per Fabbian che, scivolando, mette in mezzo un cross leggermente troppo alto proprio per Dominguez. Il Milan, sornione, soffre, tiene duro, ma al 43' passa in vantaggio con un'altra imbucata per vie centrali: lancio dalle retrovie, spizzata di Gimenez per Leao, che vince il duello fisico con De Silvestri, scarta Skorupski e insacca la sfera poco prima della segnalazione di 1' di recupero da parte dell'arbitro Mariani. Sulle ali dell'entusiasmo, i rossoneri insistono e impegnano il portiere di casa con un tiro-cross di Hernandez: dall'altro lato, complice una deviazione di Reijnders, ha lo stesso esito il traversone di Ferguson sul quale cala il sipario sul primo tempo.
Secondo tempo
Le squadre rientrano con gli stessi effettivi: tra essi c'è Hernandez, che al 47' ferma fallosamente Ndoye. Per Mariani è punizione, dagli sviluppi della quale una carambola avviata da una spizzata di De Silvestri fa arrivare la palla prima a Fabbian e poi a Castro, che insacca da zero metri. I rossoblù insistono a caccia del sorpasso, provando a scoperchiare il castello difensivo ospite con un buon giro palla. Il primo che prova a sparigliare le carte è Conceicao, che toglie di mezzo uno spento Joao Felix e inserisce Pulisic. Quasi come una sveglia suonata dalla panchina, il Milan dà segnali di vita dopo una fase difficile con Hernandez, che al 62' entra in area ed esplode una botta respinta dalla difesa di casa. Al 64', sull'ennesima ripartenza rossonera, la palla arriva a Musah, che ubriaca di finte Miranda ma poi sbatte contro i grandi riflessi di Skorupski: ne deriva un corner dai cui sviluppi la sfera torna a Musah, il cui tentativo stavolta viene deviato da Castro, che quasi sfiora l'autorete. Il Bologna cerca la soluzione dalla distanza: ci prova prima Castro (conclusione totalmente fuori misura) e poi replica Miranda, che invece non va lontanissimo dalla traversa. Sul ribaltamento di fronte è Casale a non andare lontano dall'autogol per respingere il gran cross di Jimenez diretto a Gimenez. Anche Italiano cambia qualcosa: fuori Ferguson e Fabbian e dentro Pobega e Odgaard. Conceicao invece si gioca la carta Jovic per Gimenez. Proprio il nuovo entrato al 78' incorna il cross di Musah ma lo fa praticamente in bocca a Skorupski. Italiano lancia poi Dallinga per Castro e Cambiaghi per Dominguez. All'81' il Bologna sfiora due volte il gol nel giro di pochi secondi: dagli sviluppi di un corner stacca Casale e centra il palo, e sul prosieguo dell'azione Cambiaghi con un tentativo al volo manda la palla di poco sopra la traversa. Quest'ultimo si riscatterà all'82' vincendo il duello con Jimenez e pennellando un suggerimento basso perfetto per Ndoye, che anticipa Pavlovic e da zero metri insacca il tap-in. Nella bolgia del Dall'Ara Italiano lancia il grande ex Calabria per De Silvestri, mentre Conceicao lancia Abraham per Jimenez. All'89' Leao viene chiuso da una morsa rossoblù: Mariani assegna una punizione scodellata nel mezzo da Hernandez e sventata da un'uscita efficace di Skorupski. Proprio l'arbitro assegna 5' di recupero che Dallinga prova a sfruttare chiudendo i conti, ma la sua conclusione su lancio lungolinea dalle retrovie colpisce solo l'esterno della rete. Il Bologna non cala il tris e rischia qualcosina in qualche mischia convulsa nel finale, ma la difesa di casa spazza e mette al sicuro una vittoria fondamentale che, contro il Milan in casa, mancava da ben 23 anni. E che, restando alla stretta attualità, significa un bel balzo verso le zone buone per l'Europa.
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