Milano, 11 gennaio - Ritorno al passato. Amaro. Dopo essere rinato in terra araba sotto la guida di Conceiçao, rimontando contro Juventus e Inter e alzando la Supercoppa, il Milan si fa rimontare dal Cagliari. E rimanda la risalita in classifica: la zona Champions resta a +8. Frenata come nell'epoca Fonseca: allora, 3-3 dopo aver espugnato il Bernabeu. Ora, tutto diverso, ma tutto con la stessa fine.
La serata si era aperta col tributo a "Ragno Nero" Cudicini, recentemente scomparso all'età di 89 anni. Applausi, qui come all'ingresso del 50esimo titolo rossonero fresco di conquista. Stop alla festa, però. Perché dopo tre minuti la Sud torna a cantare: "Cardinale, devi vendere, vattene". Il nuovo Milan cerca di riallacciare il fil rouge con il derby vinto. Pressione alta, difesa aggressiva, palleggio arioso, voglia di mordere. Che resta tale, perché al dunque Pulisic e Leao steccano.
Si chiuderà infatti con la "bellezza" di 24 tiri totali (il quadruplo del Cagliari), 11 dei quali in porta. Come quello di Morata, in tap-in, a stappare una ripresa già infiammata dalla traversa di Pulisic. La magia dell'intervallo in stile Conceiçao sembra ripetersi. Così non è. E il Milan viene "tradito" da due certezze: Fofana stecca, accende Felici e se lo lascia pure scappare. Poi, Maignan: perfetto fin lì, tutt'altro sul diagonale di Zortea.
Cambi, allora: doppio centravanti e carta Abraham. L'inglese, però, getta alle ortiche due palloni praticamente d'oro sfornati da Jimenez e Morata. Dentro anche il 21enne Omoregbe, aggregato per la prima volta e subito in campo. Ha l'aria di un messaggio alla società, sulle tracce di quel Rashford non convocato dallo United per la sfida con l'Arsenal in Fa Cup.
Si vedrà, intanto si vede il Milan assalatare, ma uscire ancora una volta con una frenata, ufficializzata dalla sberla di Theo Hernandez all'ultimissimo respinta da Caprile. San Siro è in silenzio, la squadra si raduna in cerchio. Segnale di compattezza. Ma, per questa sera, non basta. In campionato, la rimonta è ancora una volta rimandata.
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