
La delusione di Luka Jovic e di Tijjani Rejjnders dopo il gol messo a segno dall'Atalanta
Milano, 20 aprile 2025 – Decima sconfitta in trentatré gare di campionato, Europa League a sei punti e Conference a 5 (e la Lazio ha una gara in meno): tra rabbia, modulazioni tattiche e ricerca disperata di un assetto, la stagione del Milan non cambia forma, e con l’Atalanta (0-1 il finale) arriva tra mille promesse iniziali un’altra tappa del disastro annunciato che è la stagione 2024-2025.

Stile Inter
A Sérgio Conceição va dato atto di lavorare in fase di sviluppo pur con la valigia in mano. Una dimostrazione di professionalità che va oltre lo stato ambientale, e che in queste ultime settimane garantisce il miglior Milan della sua gestione per gioco e soprattutto approccio. Un 3-5-2 stile Inter, ovviamente meno accordato e intelligente nelle letture (questione di tempi di lavoro, ma non solo), qualitativo nell’uno contro uno, e che in fase di sovrapposizione manda anche il “braccetto” Tomori a crossare dal limite.

Sogno infranto
Non si cancellano le colpe dei mesi precedenti, lo si capirà con il passare dei minuti, si riconosce la serietà, e nelle mancanze figlie di una nuova rivoluzione tattica alla fine l’Atalanta ci va dentro come il burro. Non è più la squadra che sognava lo Scudetto quella orobica, si fa schiacciare per quasi un’ora di gioco e offre poco in frase di fraseggio, però colpisce con saggezza e meccanismi oliati alla prima reale occasione.

Rebus Leao
E qui il Milan si ferma, anche se Jovic è meglio di Santi Gimenez come riferimento e nel fraseggio, anche se Theo Hernandez pare rinato con un uomo dietro, anche se Reijnders fa gioco in ogni condizione. Forse il tema negativo torna ad essere Rafael Leao, di nuovo seconda punta come con l’ultimo Paulo Fonseca, meno abile nel dare profondità e comunque sempre in cerca dell’amata fascia per creare superiorità. Tanta iniziativa, sempre un tocco troppo lungo nel mandare il compagno in porta.

Disastro su tutta la linea
Joao Felix? Il solito disastro, anche quando recupera un pallone per poi sbagliare l’assistenza al centro. Retegui si mangia un goal già fatto, Lookman arriva stanco al cospetto di Maignan, dalla speranza al rischio di 0-3, e l’Europa League è ad aprile una chimera come lo era diventata la Champions a gennaio. Nonostante la qualità, la stagione rossonera resta un disastro. Mercoledì sarà una finale con un’Inter non al meglio, ma il ko di Bologna potrebbe essere stata una sberla, giusta per rialzare la tensione.
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