
Tammy Abraham ancora in gol
Milano, 5 aprile 2025 – Solito Milan, solito avvio da incubo, solita reazione: alla fine, con la Fiorentina, arriva un punticino da bicchiere più mezzo vuoto che mezzo pieno. L'Europa, infatti, resta lontanissima: -4 dalla Conference League, -8 dalla Champions, in attesa delle altre partite. Le velleità di rincorsa, restano soprattutto nel dire e sempre meno nel fare.
Quanto meno, la squadra è stata applaudita dai tifosi a fine partita. Tifosi che non hanno esposto il solito unico striscione (“Solo per la maglia") per divieto del Gos e della Questura, ulteriore provvedimento in seguito all'inchiesta Doppia Curva. Curva che, dopo la pausa nel derby, ha ricantato il classico “Cardinale, devi vendere, vattene”.
Il Milan resta quindi sulle montagne russe, ben note anche ai tempi della gestione Fonseca. In campo e fuori. Così l'ad Furlani, in merito alla retromarcia sulla scelta di Paratici come nuovo ds: “Di recente ho detto che non avremmo fatto nomi e che non era stata presa nessuna decisione. Siamo a un punto simile. Non c'è nessuna novità, nessuna scelta. Siamo focalizzati nello scegliere la persona giusta. Identikit? Che ci faccia vincere”. E alla domanda se l'organigramma rimarrà Furlani, Moncada, Ibrahimovic: “Presto per parlarne”.
Presto arrivano subito le reti della Fiorentina: giocata scriteriata di Musah, Gudmudsson ringrazia, brucia Tomori e mette al centro, laddove Thiaw fa il terzo, goffo, autogol stagionale. Non solo. Parisi-Dodò, da quinto a quinto, e palla per il killer Kean: Theo Hernandez e Thiaw complici, 2-0. Gara elettrica, con Theo Hernandez che si azzuffa con Dodò, con Musah che non digerisce il cambio a metà primo tempo.
Lo statunitense rifiuta il 'cinque’ ai compagni e corre via negli spogliatoi, laddove lo vanno a ripescare Florenzi e Pavlovic: happy end, col ritorno ad abbracciare Conceiçao e a scusarsi con i compagni. Poco prima, il 2-1 di Abraham: costruzione da manuale del centravanti (ancora in gol dopo il derby), assist di Pulisic e speranze riaccese. Si accende anche la Viola: pennellata da tris di Ranieri, ma vanificata da un precedente fallo di Parisi su Pulisic. Conceiçao si gioca alla svelta gli attaccanti pesanti: dopo Jovic, anche Gimenez.
Destini opposti. Il serbo che aveva chiesto più spazio lo ottiene e segna come a Napoli, fiondandosi su una rasoiata di Tomori mal letta dalla difesa. Il messicano, invece, prima sciupa col mancino un pallone goloso, poi si porta a tu per tu con De Gea e lo centra. Cambio forzato, così come era successo ad Abraham uscito zoppicando. Potrebbe succedere di tutto, ma Theo Hernandez scialacqua una ripartenza e Pulisic cicca in tap-in, mentre dall'altra parte Maignan è ‘magic’ su Kean e il 3-2 di Dodò è annullato per fuorigioco. Così, punticino. In rimonta, ancora una volta. Ma che allontana, ancora di più, le speranze europee.
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