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Per Santiago Gimenez un gol pesantissimo
Milano, 15 febbraio 2025 – Tre punti pesanti. Sudati oltremodo, ma pesanti: -5 dal quarto posto. E più fiducia in vista del ritorno in Champions, martedì a San Siro, contro il Feyenoord. Ma il Milan è ancora sulle montagne russe, anche contro un Verona arrivato a Milano con la peggior difesa del campionato e reduce dalle batoste con Atalanta (0-5) e Lazio (0-3). Conceiçao ha cambiato le carte in tavola, tenendo fuori Pulisic e Leao, oltre a Pavlovic. Dentro Gabbia, Musah e Sottil al debutto dal primo minuto. Possesso, sì: 74% il dato finale. Ma nel primo tempo poco, troppo poco: 4 conclusioni tiepide, più un rigore in movimento divorato da Musah. Palla che arriva sulla tre quarti, intasatissima, veronese, per poi tornare indietro. Solo qualche guizzo di Joao Felix, comunque poco concreto. E con Gimenez ancora poco connesso con la squadra. All'intervallo, l'ennesima svolta seguita, con ogni probabilità, all'ennesima strigliata di Conceiçao: dentro Leao, dentro anche Jimenez (Walker, sempre in campo da quando è arrivato) non rientra. Il segnale arriva: con Rafa la pressione aumenta, anche se a tratti disordinata, ma comunque rabbiosa. Rabbia, ciò che chiedono i tifosi: “Noi vogliamo undici leoni”. La qualità c'è. Ed emerge straripando tutta in un attimo: sontuoso scambio Leao-Jimenez, col numero dieci che poi serve a Gimenez il più facile dei gol. Il suo secondo in rossonero. Il suo diciottesimo stagionale. Da portarsi a casa, in vista del bivio Champions, c'è soprattutto questo: la reazione a un incipit troppo morbido. Ossia uno dei soliti errori. Conceiçao ha “sbilanciato” la squadra nella ripresa, concedendo poi minuti di riposo anche a Fofana e Joao Felix nel finale (subentrato, invece Pulisic). La “quadra” è ancora distante. Ma per questa sera, le tasche sono piene. E ora, assalto al Feyenoord: con un Milan non in versione piccolo Diavolo, ma colpi e rabbia, tutto è possibile.
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