
Sergio Conceiçao, allenatore del Milan
Milano, 7 marzo 2025 – La versione di Sergio Conceiçao. Vigilia di Lecce-Milan, domani alle 18 in trasferta, caldissima. Per i colloqui Cardinale-Ibrahimovic e Cardinale-Furlani per tracciare il futuro rossonero, nei giorni scorsi. Ma, soprattutto, per le lamentele che ha fatto trapelare il portavoce del tecnico portoghese, Francisco Empis, riferite all'allenatore stesso. Malcontento su: funzionamento delle strutture di Milanello, comunicazione con Cardinale, supporto della dirigenza, poca chiarezza dai piani alti al campo mercato compreso, scarso impegno dei giocatori chiave, preparazione atletica inadeguata. Il tecnico, di fatto, si è trovato a dover smentire il proprio (proprio, non legato al Milan) ufficio stampa che si è poi dimesso: “Niente di vero. Società sempre presente e so che è con me”, ha detto Conceiçao. “Mi dispiace per tutta questa situazione, non capisco e vedrò di capire anche legalmente, un mio ex collaboratore mi ha fatto qualcosa... Non so se è stato pagato da qualcuno, non si capisce. Mi hanno mandato alcuni screenshot – le parole dell'allenatore - ma è solo cattiveria. Noi siamo qui tutti i giorni, Ibra e Moncada sono testimoni di questo, siamo tutti uniti”. E ancora: “In questo sono un esempio. Sono andato via dal Porto dopo tanti anni e non ne ho ancora parlato. Immaginate se qui mi metto a parlare di punti delicati come dice quel signore lì, in sede legale risponderà di cosa ha fatto e del perché”. Il tecnico è entrato poi nel merito, ad esempio sulla presunta carenza di impegno della squadra: “Se un giocatore viene a Milanello senza voglia, già è sbagliato. Quando si viene qui si è al Milan. Da questa situazione si esce solo con i risultati. Per ottenerli serve lavorare al massimo e dobbiamo fare molto, molto di più. Poi ci sono episodi che stanno succedendo... E dobbiamo migliorare anche in questo. Non è solo crederci. È questione di crederci e soprattutto di fare”. Sul Lecce: “Le partite sono tutte decisive da quando sono arrivato. Abbiamo 13 gare in campionato minimo 2 in Coppa Italia sicure. Inzaghi dice l'Inter può vincere 3 titoli, noi 2 anche se la stagione è negativa. La squadra vuole uscire da qui. Ho avuto giornate difficili in questo senso, ma non ora. Quando sono arrivato, in Supercoppa, sono stati giorni incredibili. Poi abbiamo perso quell'anima”. Non solo: “Ci sono stati episodi rari. Col Feyenoord avremmo potuto fare 2-3 gol solo nel primo tempo. Poi l'espulsione di Theo... Sono parole e mi costa essere qui a parlare così. L'anno scorso ho perso ai rigori, agli ottavi, contro l'Arsenal. L'Arsenal che ha battuto 7-1 il Psv. Non è che da un giorno all'altro sono uno che non capisce niente, non sono arrivato qui dal nulla. E qui c'erano già problemi grandissimi. Ma non voglio ripetermi, bisogna vincere e basta”. Ieri il tecnico ha provato una formazione senza Theo Hernandez, Fofana, Joao Felix, Leao, Gimenez... “Scelgo in base alla settimana, alla forma. Se uno ha qualità, ma magari non è a posto... Pagano i big? Sono io il leader, sono io che pago. Dobbiamo reagire con intelligenza. Gimenez? Tutti fanno fatica all'inizio, in Italia. Retegui non ha fatto subito 15 gol”. In definitiva: “Anche io ho sbagliato, come sbagliano tutti gli allenatori. Ho le mie caratteristiche e regole che passo ai giocatori: il rispetto tra lo staff, per le persone che lavorano qui, sono cose che dico anche ai miei figli. I giocatori devono metterle in pratica. Io difficilmente cambierò. Poi fuori si parla tanto, ma non è una cosa che posso controllare”. Ancora sui singoli: “Un conto è l'allenatore coi giocatori, un contro Sergio con Rafa, Theo e Maignan ad esempio. Come persone sono grandissimi. Come professionisti hanno alti e bassi come tutti. Qui hanno dimostrato che possono fare la differenza perché hanno una qualità enorme. Chiedo il massimo, a tutti. Anche ai miei figli quando fanno una partitella, figurarsi qui al Milan che è un sogno per me. La base deve essere quella: atteggiamento, voglia, migliorare. E la base c'è. Se no non sarei qui a massacrarmi”.
Infine: “I primi 15 minuti con la Lazio sono difficili da spiegare, bruttissimi. Dopo 5 minuti non è puoi essere stanco, sei stanco di un ambiente difficile magari. Ma io sono lì con loro, il mio Porto è un esempio per la compattezza, la solidità, anche con meno qualità di quella che c'è qui. Stiamo lavorando, ora che ho tempo, su questo e in maniera diversa”.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su