
La disperazione di Joao Felix Sequeira
Milano, 3 marzo 2025 -- Il progressivo degenerare della stagione del Milan vive una nuova tappa a San Siro nel ko con la Lazio (1-2 il finale). E’ un aggiornamento doloroso, con in campo una squadra piegata dai capitolini nel finale su rigore nonostante una ripresa dignitosa in inferiorità numerica, sugli spalti una curva che entra per protesta dopo quindici minuti, e il resto dello stadio che ben presto inizia a fischiare senza più fermarsi. Un coacervo di rabbia e impotenza, per un gruppo che ormai farebbe bene a non interrogarsi più su obiettivi di classifica, quanto su concetti come “amor proprio” e “rispetto”. E' il contorno che parla più del campo, dove comunque non manca materiale. Sergio Conceicao per una volta rinuncia a Joao Felix dal primo minuto, per poi ripescarlo alla mezz’ora incassato il gol avversario. Un passaggio al 4-4-2 tutto fantasia che ha fatto sognare, inspiegabilmente, i tifosi per una manciata di giorni, prima di manifestare la sostanziale inconsistenza dei suoi interpreti. Soprattutto il numero 79 portoghese, per il quale nessuno parla più di conferma a fine stagione, subentrato a quel Yunus Musah che ha la colpa principale di sciupare con un ingiustificato colpo di tacco l'unica palla goal creata nel primo tempo da, un comunque volitivo, Tijani Reijnders. Sergio Conceicao non cessa quindi di mettere mano repentinamente alle scelte di inizio gara, come conferma l’ingresso di Kyle Walker dopo l’intervallo al posto di Alejandro Jimenez, corresponsabile con Strahinja Pavlovic sul vantaggio di Zaccagni. E a dire il vero non convince neanche il riproporre Matteo Gabbia per Fikayo Tomori, e ad andarci di mezzo dopo un discreto avvio di ripresa è lo stesso centrale serbo, lasciato solo al cospetto di Isaksen lanciato a rete ed espulso giustamente da Manganiello con più di venti minuti da giocare. San Siro applaude lui, per l'impegno, fischia senza sosta Theo Hernandez, condannato dal gossip e della follia di Champions, incentra la contestazione sulla proprietà più che sui dirigenti, dal celebre «Cardinale devi vendere», ad altre constatazioni d'incapacità dirigenziale con toni più o meno volgari. La squadra, come detto, nella ripresa combatte ed è sfortunata, incassando il rigore della sconfitta di Pedro quando i giochi parevano scritti dopo il pareggio di Chukwueze. E’ il terzo ko in fila in campionato, Sergio Conceicao resta con le valigie sul letto.
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