Milano, 26 novembre 2024 - Alla fine ha ragione Fonseca. Ma contro uno Slovan Bratislava a zero punti, ultimo in classifica, era lecito attendersi qualche brivido in meno. A maggior ragione in una gara per larghi tratti dominata, basti pensare a un primo tempo chiuso con quasi il 70% del possesso palla.
Ma è un Milan paradossale. Monologhi su monologhi in fase di costruzione, volontà di assalto, calcio posizionale come ama il tecnico. Eppure il vantaggio arriva in contropiede sulla solita sgasata da autovelox di Pulisic. La sbandata totale sulla ripartenza degli slovacchi, salvata a porta vuota da Pavlovic, non era bastata, però.
Così, su corner a favore, si apre un'altra prateria e Barseghyan questa volta fa 1-1. Ancora possesso, allora. Anche freschezza visti i cambi (sette) rispetto a sabato scorso. Al dunque, però, lo scatenato Chukwueze sbaglia sempre l'ultima scelta, Okafor si eclissa, i cross per la torre Abraham sono tutti sballati.
Carta Leao, allora, nella ripresa. Funziona, dopo un incipit a dir poco flemmatico del portoghese. Ci pensa Fofana a svegliarlo, tagliando il campo alla svelta: Rafa fa il Rafa, vola, firma un 2-1 pesantissimo. A maggior ragione quando Abraham riceve l'assist involontario di Strelec e chiude virtualmente sul 3-1.
Virtualmente, perché il "clic" chiamato in causa da Ibrahimovic non c'è. Così da un fallo non concesso a Leao nasce un altro contropiede non gestito e un euro-gol di Marcelli. C'è di che rabbrividire. Ci pensa Tolic a raffreddare i ritrovati bollori slovacchi facendosi espellere. Così, terza vittoria di fila in Champions per il Diavolo. Ancora, però, alla ricerca del vero se stesso.
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