Milano, 2 gennaio 2025 - “Il momento non è bello, dobbiamo cambiarlo. Possiamo farlo solo io e la squadra”. La concretezza di Sergio Conceiçao in poche parole. A lui, peraltro, non piace spenderne a caso: “Il debutto contro mio figlio Francisco? Non sono per niente emozionato, sono un professionista. Se vedete i miei occhi lucidi è perché ho avuto la febbre stanotte, 39. Lui è mio figlio a casa, qui è un avversario. Voglio vincere. Quando ci rivedremo, voglio essere io a sorridere”. Sulla squadra: “Ho trovato una gruppo umile, che vuole imparare, capire cosa voglio. Questa è la base per fare un lavoro di qualità. C'è poco tempo (oggi due allenamenti, ndr) e abbiamo tanti giocatori non al meglio (Leao, Loftus-Cheek, Musah su tutti, indisponibili Chukwueze, Okafor e Florenzi), ma siamo stati incisivi nel dire dove la squadra deve migliorare”. Sulla Juventus: “Ha tanti giocatori di qualità, giovani, ed è la squadra che ha preso meno gol in campionato. Dobbiamo smontare questa compattezza, io non voglio castrare il talento, ma dobbiamo essere compatti e aggressivi, lavorare di squadra. Un bel giocatore che ti ruba solo l'occhio, non serve”. Capitolo Tomori dribblato. Il difensore, ai margini con Fonseca, piace proprio alla Juve: “Non ho parlato di mercato, non ne ho avuto il tempo. Lui fa parte del gruppo, come tutti gli altri”. Dribblata anche la pressione: “Non sono un mago, semplicemente lavoro tutti i giorni per avere risultati: a maggio faremo i conti. Quando avevo 15 anni mi hanno lasciato solo a Oporto: quella è la pressione. Domani c'è lo stadio pieno, guadagniamo, abbiamo anche talento evidentemente”. Niente accostamenti ad Allegri, Conte o Simeone, però: “Grandissimo rispetto per loro, ma le persone sono tutte diverse. Loro hanno provato il loro talento a tutti i livelli, io sono quello che sono: devo ancora portare risultati al Milan”. In conferenza anche Maignan: “Cambiare allenatore non è mai facile, ora siamo attenti a capire cosa chiede il nuovo mister. Con Fonseca, da grandi uomini e con rispetto, ci siamo salutati, ma quello che ci siamo detti resta tra noi”. Tornando al campo, “se è una sfida tra deluse lo vedremo alla fine. Questo è il momento di agire, reagire”. Il messaggio ai tifosi: “Non mi piace parlare troppo, posso dire che noi siamo qui per fare. Conosco i miei compagni, diamo il massimo e siamo professionisti. I risultati non piacciono ai tifosi, ma neanche a noi: ambiamo ambizioni, continuiamo a lavorare, poi vedremo cosa sarà andato bene e cosa no”.
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