LUCA TALOTTA
Sport

Milano, te lo diamo noi il beach soccer

Intervista al fondatore del club che raccoglie l’eredità di una società capace di vincere 4 scudetti in pochi anni

di Luca Talotta

A Milano la spiaggia non c’è ma la Milano Beach Soccer in poco più di dieci anni è stata capace di vincere quattro campionati di Serie A, altrettante Coppa Italia e una Supercoppa italiana. Poi l’addio e la recente rinascita grazie a Luca Cataldo, fondatore del Città di Milano, club che anche quest’anno parteciperà alla Serie A.

Milano torna con l’eredità lasciata da un team vincente.

"Eredità pesante, visto che in poco è diventata la società più titolata d’Italia. Purtroppo è andata a morire, ora però siamo pronti alla risalita".

Un filo conduttore, tra la vecchia Milano e la nuova.

"Ho fatto parte della vecchia società come giocatore, allenatore e direttore organizzatore; con me qualche altro reduce da quella gloriosa esperienza, vogliamo far rivivere questo sport a Milano".

Il campionato avrà due gruppi, poule promozione e scudetto. Le piace la formula?

"Fino qualche anno fa il campionato era diviso tra Nord e Sud; il problema era che a Nord c’erano squadre più competitive. Ora la Lnd ha creato competizioni più equilibrate. Penso abbiamo fatto una bellissima cosa".

Aspettative?

"Partendo dalla poule promozione è complicato, visto che ne passerà solo una; ma siamo pronti".

Cosa serve al beach soccer per rendersi più attraente?

"È sport vissuto solo nei mesi estivi perché non ci sono strutture; se ci fossero se ne parlerebbe tutto l’anno. A noi a Milano oltretutto mancaano anche il mare e la sabbia".

Voi come vi allenate?

"Abbiamo iniziato lunedì scorso; ci alleniamo sui campi che troviamo a disposizione. Fino a qualche tempo fa avevamo la nostra base a Busto Arsizio. C’era una bellissima struttura, con campi di allenamento e condizioni ottimali. Negli ultimi due anni si è complicato tutto perché trovare strutture in Lombardia e Piemonte è impossibile, vengono tutte usate esclusivamente per il beach volley. Spazi per il beach soccer non ce n’è neanche da affittare. Ci alleniamo in campi da beach volley, la sera; su spazi non regolamentari. Altri, invece, si allenano anche tutti i giorni due volte al giorno. È diventato uno sport molto competitivo".

È cambiata la situazione rispetto a quando Milano vinceva?

"A tempi c’era una struttura, cosa che ora non c’è. E c’erano budget importanti. La forbice è aumentata perché era uno sport dilettantistico, più amatoriale, e per noi è rimasto tale. Mentre per altri è diventato qualcosa in più. E poi sono aumentati i costi, purtroppo fare qualsiasi cosa a Milano incide anche 23 volte rispetto ad altri".

Cosa dobbiamo aspettarci dalla Serie A del Milano?

"È tutto in divenire. Non sappiamo quanto ha inciso il covid, le difficoltà economiche delle altre realtà... non posso fare una stima. Da parte nostra ci sarà massimo impegno, passione e voglia di dare continuità al progetto. Riiscriverci, in anni così difficili, è già un grandissimo successo".

Il suo sogno per Milano?

"Tornare a essere un punto di riferimento e la squadra da battere".