
Venerus, un viaggio nel cosmo
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Milano, 19 febbraio 2021 - Un disco spaziale. Per il lancio del suo album di debutto “Magica musica”, sul mercato da oggi, Andrea Venerus, in arte solo Venerus, s’è inventato un “viaggio cosmico” grazie ad un pallone aerostatico a cui ha affidato il sigillo del prezioso manufatto, una lettera col messaggio "in cerca di forme d’amore nell’Universo", e una microcamera che ha documentato l’ascesa sul canale Twitch di Asian Fake. Lo stesso su cui è disponibile una conversazione del musicista milanese con il primo astronauta italiano Franco Malerba, protagonista della missione STS-46 proprio l’anno della sua nascita, il 1992. Prodotto da un altro sperimentatore di grana fine come Mace, “Magica musica” incrocia collaborazioni eterogenee come quelle di Frah Quintale, Calibro 35, Rkomi e Gemitaiz, ma anche Crookers, Tommaso Colliva, Vanegas, amanda lean & not for climbing. Il disco è piuttosto affollato. "Già, ma non ho stabilito alcuna collaborazione a tavolino. Penso, infatti, che certi incontri abbiano senso solo quando c’è empatia. Viviamo un momento storico in cui c’è la corsa al ‘feat’, come se fosse la moneta di un disco, io penso invece che il confronto artistico parta dal rapporto umano, non dal calcolo". Milano è il crocevia di questi suoi viaggi sonori. "Sono tornato a casa nel 2018 dopo essere stato via sette anni; cinque in Inghilterra e un paio a Roma. Anche se Milano ha sempre rappresentato un po’ la mia Itaca, il porto sicuro a cui fare ritorno prima di ripartire. Questo nonostante il fatto che in fondo all’animo mi senta un artista internazionale capace di andare oltre i confini e le genti". L’album era sulla rampa di lancio da tempo . "Sì, ma sono contento lo stesso di aver aspettato fino ad ora per pubblicarlo. ‘Magica musica’ arriva dopo due anni di tour e l’ho registrato pensando alla sua resa dal vivo perché, come si evince pure dal tipo di arrangiamenti, il live rimane la mia dimensione preferita". I contenuti sono molto eterogenei. "Questo è dovuto ad una passione per la musica che mi porta a spaziare moltissimo. Ho ripreso a studiare pianoforte con il maestro di quand’ero ragazzo e negli ultimi tempi mi sono riavvicinato pure al jazz; i grandi classici della musica afroamericana me li sono, infatti, divorati quando avevo 17 anni, mentre ora sto tornando agli anni 60-70 esplorando il suono racchiuso in classici di quel periodo come ‘In a silent way’ di Miles Davis. Questo, probabilmente, influenzerà la mia musica che verrà".