Benvenuti al Savoy Club: il luogo dove nacque l’idea di Gucci. Il brand fondato da Guccio Gucci compie cento anni e il direttore creativo Alessandro Michele festeggia con una nuova collezione e un corto che ha un titolo evocativo “Aria” e porta ad una riflessione sul significato del passato sul presente e sul futuro.
"Il passato non è mai consegna inerte e ripetizione dell’immutabile: anzi, implica necessariamente l’idea del movimento”, spiega lo stilista protagonista di una operazione che lui stesso definisce di “hackeraggio“ di Balenciaga, (appartengono entrambi al gruppo Kering) disegnato “con rigore anticonformista” da Demna Gvasalia. Il fashion film co-diretto da Floria Sigismondi e Alessandro Michele, presentato digitalmente, ha portato sulla passerella una serie di nuovi look in un racconto per immagini che parla di passato, Tom Ford vibes , di presente e di futuro del brand.
Gucci e Balenciaga
“Nel mio lavoro, accarezzo le radici del passato per produrre infiorescenze inattese, scolpendo la materia attraverso innesti e potature“, spiega Michele presentando i frutti di questo lavoro da botanico che “ridà vita al già dato“. Ed è così che la iconica borsa Jackie 1961, vera e propria icona della Maison, esce marchiata Balenciaga, così come un tailleur di paillettes luccicanti di cristallo o un blouson dalle finiture equestre. O viceversa, un look Balenciaga è attraversato dalla classica web verde rosso verde di Gucci.
E c’è anche il mondo della vecchia Hollywood con un altro mito, Marilyn Monroe: la ragazza che chiude la sfilata «cita» l’abito da sera «sunburst» creato nel 1953 dal costumista Billy Travilla per l’attrice di «A qualcuno piace caldo». La modella ha in mano una pochette a forma di cuore pulsante e la lancia verso il cielo nella seconda parte del film, quando dal corridoio e da una anticamera oscura che Michele assimila a «una sala parto», il cast multirazza e multigender attraversa una porta in vinile che si schiude su un giardino fantastico popolato da conigli, cavalli, pavoni.
Vento, pollini, fiori, e in un inno alla moda che sembra una fiaba, i capi di "Aria" levitano nell’aria in slow-motion: “Un punto di arrivo e un punto di partenza“ e un inno “alla potenza generatrice della natura, che può guarirci se solo la lasciamo fare“.