Rayan nel pozzo come Alfredino: il piccolo è morto dopo 100 ore in trappola

Il Marocco incollato alla tv: ore d'ansia per il piccolo di 5 anni caduto cinque giorni fa in un cunicolo di 32 metri, ma l'epilogo è tragico

I soccorritori e il piccolo Rayan

Rabat (Marocco) - La tragedia di Rayan è finita nel peggiore dei modi: il piccolo di cinque anni, caduto in un pozzo di 32 metri in Marocco, è morto.  Il bimbo estratto dopo 100 ore, non ce l'ha fatta. Lo annuncia in un comunicato il gabinetto della Casa Reale del Marocco: "Il bambino è morto a causa delle ferite riportate durante la caduta", si legge nel comunicato citato dai media arabi. Il re Mohammed VI ha telefonato ai genitori per porgere le proprie condoglianze.

Solo poche ore fa le speranze si erano accese con le parole del direttore delle operazioni di soccorso, l'ingegnere Mourad Al Jazouli: "Rayan è vivo - aveva detto - e lo tireremo fuori oggi".  Non è andata così. Il piccolo Rayan, 5 anni martedì 1 febbraio è caduto in un pozzo davanti casa nel villaggio di Tamrout, nel nord del Paese, a un centinaio di chilometri da Chefchauen. Con lui c'era anche il papà che poi ha dichiarato: "Lo tenevo d'occhio ma è sparito all'improvviso, non l'ho visto più e non avevo capito che fosse caduto lì dentro". Un volo di 32 metri nel pozzo asciutto di proprietà di famiglia. 

Le fasi finali dei soccorsi

Un'ambulanza, allestita per le cure di terapia intensiva, si era avvicinata all'ingresso del tunnel costruito per raggiungere il pozzo dov'e' rimasto incastrato il bimbo. L'ambulanza avrebbe dovuto accompagnare il piccolo in un'area vicina dove è in attesa un elicottero che lo avrebbe dovuto trasportare all'ospedale di Tetouane, a 120 chilometri di distanza. Sul posto anche un elicottero della gendarmeria reale marocchina, pronto a trasportare il bambino in ospedale. 

Parla il papà

Il padre di Rayan, che stava aggiustando il pozzo al momento dell'incidente, ha detto che lui e la madre sono "devastati". "Tutta la famiglia ha partecipato alla ricerca, poi abbiamo capito che era caduto nel pozzo, io ancora ho la speranza che lo troviamo vivo", ha detto in lacrime la donna parlando alla tv. Il padre invece è riucito a parlarci: "Respira a fatica", aveva detto. 

La macchina dei soccorsi

Per arrivare nel punto esatto, dopo aver lavorato l'intera notte, le squadre di soccorso si sono calate nel tunnel scavato parallelamente a quello in cui è caduto il piccolo Rayan ed hanno iniziato a scavare orizzontalmente nel tentativo di raggiungerlo. I timori di possibili crolli rendono più complicato il lavoro. Finora il Marocco è rimasto incollato davanti alla tv con il fiato sospeso, come accadde negli anni Ottanta in Italia. I soccorritori sono stati impegnati in una corsa contro il tempo per cercare di raggiungere il bambino e hanno scavato con le mani un percorso in orizzontale per evitare il rischio di crolli. 

Le operazioni di soccorso sono andate avanti giorno e notte, sotto riflettori potentissimi e sono state seguite in diretta da milioni di marocchini in patria e anche da quelli della diaspora in tutto il mondo, in una situazione di copertura mediatica che in Italia ricorda quella del piccolo Alfredino Rampi, precipitato in un pozzo 40 anni fa. La speranza di tutti è che l’epilogo sia piu’ fortunato. Le pericolose operazioni di salvataggio, che da giorni tengono il Paese con il fiato sospeso, sono entrate in una fase decisiva, perché i soccorritori sono ormai vicinissimi al piccolo che sembra ancora vivo.

Il quinto giorno di prigionia

Le ultime immagini arrivate dal fondo del pozzo mostrano Ryan, il bambino caduto nel pozzo, che all'una e 30 di questo sabato, si muove. Alle 7, stamattina, ha bevuto e mangiato qualcosa. È al suo quinto giorno di prigionia, ma Ryan, con i suoi 5 anni, è vivo e reagisce. I soccorritori, alle due, hanno detto che mancavano "altre cinque ore di lavoro". Sono calcoli di matematica e fatica e in questa cabala marocchina, si procede in realtà centimetro dopo centimetro, nella speranza di non trovare altri intoppi. L'ultimo ostacolo è una roccia che da tre ore viene picconata con tenacia. 

La tecnica dei soccorsi

I tubi inseriti tra il cratere scavato dai soccorritori e il pozzo, per consolidare il tunnel di raccordo, spingono contro questa roccia. Ryan, bloccato a 32 metri potrebbe scivolare ancora più giù, perché il pozzo è profondo 60 metri. Nella notte le operazioni erano state temporaneamente interrotte per il timore che il terreno potesse crollare. L’incidente è avvenuto a Ighran, un villaggio nel Nord del Paese. Il pozzo è molto stretto, appena 45 centimetri; i soccorritori hanno dovuto quindi scavare un tunnel parallelo per cercare di raggiungerlo e riuscire a estrarlo vivo. Gli sono stati fatti arrivare ossigeno e acqua, ma difficilmente potra’ resistere a lungo. Le immagini di una telecamera fatta scendere in profondita’ hanno mostrato Rayan ancora vivo e in grado di muoversi, a oltre 40 ore dalla caduta; ma il bimbo molto provato e come stordito. Sui social si rincorrono foto e messaggi di solidarietà e speranza, con l’hashtag "salvate Rayan".