Si costituiscono a Parigi Bergamin e Ventura, due dei tre terroristi in fuga

Bergamin, ex militante dei Pac, deve scontare 16 anni e 11 mesi. Ventura, che ha condanne per oltre 20 anni, sono stati messi in libertà vigilata

Adriano Sabbadin mostra la foto del padre Lino, il macellaio del veneziano ucciso nel 1979

Luigi Bergamin, uno dei 3 ex terroristi rossi in fuga dopo l’ondata di arresti di ieri mattina in Francia, si è presentato a palazzo di Giustizia di Parigi assieme al suo avvocato per costituirsi. Ex militante dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo), deve scontare una pena di 16 anni e 11 mesi di reclusione come ideatore dell’omicidio del maresciallo Antonio Santoro, capo degli agenti di polizia penitenziaria ucciso a Udine il 6 giugno 1978 da Cesare Battisti.  L’8 aprile per Bergamin sarebbe scattata la prescrizione, ma i termini sono stati interrotti dal magistrato di sorveglianza milanese Gloria Gambitta su richiesta del pm Adriana Blasco, che ha dichiarato Bergamin "delinquente abituale".   Bergamin, ha riferito il suo avvocato, è stato messo in liberta' "sotto controllo giudiziario"

La vicenda giudiziaria di Bergamin e degli altri italiani è stata seguita direttamente in Francia dalla magistrata di collegamento italiana a Parigi, Roberta Collidà, in stretta cooperazione con i colleghi francesi. Oggi la Collidà si trova a Roma per una riunione al ministero di Giustizia, destinata a fare il punto sull’operazione "Ombre Rosse" e i suoi sviluppi nei prossimi giorni. "È una buona notizia, si è costituito, vuol dire che ha capito, è un’ammissione. Adesso potrà scontare le proprie colpe". È il commento di Adriano Sabbadin, il figlio del macellaio Lino Sabbadin, ucciso nel 1979 dai Pac, nell’apprendere la notizia. Sull’operazione che ha visto la collaborazione tra Italia e Francia Sabbadin ha aggiunto: "Io non ho mai avuto dubbi sulla giustizia italiana".

Intanto anche Raffaele Ventura, uno dei ricercati nell'operazione "Ombre Rosse", si è costituto oggi a Parigi:  Ventura, già esponente delle Formazioni comuniste combattenti, ha condanne per oltre 20 anni e fu riconosciuto anche tra i responsabili in concorso morale per l'omicidio del vicebrigadiere Antonino Custra, avvenuto nel maggio del '77 in via De Amicis a Milano durante una manifestazione. Ieri, parlando proprio di Ventura, il giudice milanese Guido Salvini aveva espresso sorpresa per questa fuga: "Mi stupisce un po' che si sia reso ancora latitante perché negli anni aveva dimostrato il suo distacco e la sua riflessione sugli eventi di allora e si era reinserito nella società francese". Gli avvocati di Raffaele Ventura riferiscono che il loro assistito è stato messo in libertà "sotto controllo giudiziario". Nella nota, i legali Jean-Pierre Mignard e Pierre-Emmanuel Biard, sottolineano che Ventura, "72 anni, di professione regista, non è mai stato membro delle Br ma del movimento di estrema sinistra Autonomia Operaia, che non ha mai previsto la lotta armata né attentati contro le persone. Ha sempre negato i fatti che gli vengono imputati. Di conseguenza, rifiuta la sua estradizione".

A questo punto è ancora latitante l'ex brigatista Maurizio Di Marzio, 5 anni residui da scontare, che partecipò con Giovanni Alimonti al tentativo di sequestro del vicequestore Nicola Simone, rimasto gravemente ferito. La sua condanna scadrebbe il 10 maggio.