Il presidente russo, Vladimir Putin firma oggi l’atto di annessione delle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, in una cerimonia a cui parteciperanno anche i leader filo-russi dei territori separatisti. Alle 15 (le 14 in Italia) al Cremlino Putin presiederà la firma dei trattati di adesione alla Russia delle quattro regioni dell’Ucraina, sulla base dei referendum che, secondo Mosca, hanno sancito la “volonta’ di autodeterminazione” delle popolazioni locali. Il Cremlino deve ancora "chiarire" se la Russia intende annettere le intere regioni ucraine di Kherson e Zaporizhzhia o solo le parti che occupa. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov, prima della cerimonia a seguito della quale il presidente russo Vladimir Putin dovrebbe formalizzare l'annessione di quattro regioni dell'Ucraina.
Secondo i risultati diffusi dalle autorita’ filo-russe al termine dello spoglio, tra l’87,05 e il 99,23% degli elettori nei territori parzialmente controllati dalle forze russe nell’Ucraina orientale e meridionale ha sostenuto l’annessione alla Russia. I referendum pero’ sono stati bollati come una ‘farsa’ dal mondo occidentale: Nato, Ue e Usa hanno gia’ detto che non hanno alcuna intenzione di riconoscerli. Durante l’evento, che si svolgera’ nella sontuosa sala San Giorgio del Gran Palazzo del Cremlino, Putin pronuncera’ un discorso “importante”, ha annunciato la Presidenza russa.
Nella stessa stanza, il presidente russo firmo’ il 18 marzo 2014 il trattato di annessione alla Russia della penisola ucraina della Crimea e della citta’ di Sebastopoli. Nel pomeriggio sulla Piazza Rossa sara’ organizzato un grande concerto per celebrare i nuovi territori, a cui potrebbe partecipare anche il leader del Cremlino, la cui presenza non e’ stata ancora confermata ufficialmente. Nel 2014 la firma dell’annessione della Crimea fu un bagno di folla, con un atto che riuni’ piu’ di 120.000 persone nel centro di Mosca.
Nella tarda serata di ieri, Putin ha firmato decreti che aprono la strada all’annessione formale alla Russia delle regioni occupate di Kherson e Zaporizhzhia. I decreti, resi pubblici dal Cremlino affermano che Putin ha riconosciuto le due regioni come territori indipendenti. E’ questo un passaggio intermedio necessario prima dell’annuncio, previsto per l’atto finale di oggi. Mosca, in quella che rischia di essere una ulteriore escalation del conflitto, ha assicurato che difendera’ la sua sovranita’, compresa la Crimea e i nuovi territori che potrebbero diventare parte della Federazione.
“Alcuni politici americani resteranno delusi se pensano che la nostra disponibilita’ a difendere il nostro territorio non si applichi alla Crimea o ai territori che potrebbero diventare parte della Russia sulla base di una libera espressione della volonta’ popolare”, ha avvertito l’ambasciatore russo negli Usa, Anatoly Antonov. “Non stiamo minacciando nessuno, ma confermiamo che, come ha affermato il presidente Putin il 21 settembre, la Russia e’ pronta a difendere la sua sovranita’, integrita’ territoriale e il suo popolo con tutti i sistemi d’arma a disposizione”.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha convocato una riunione urgente del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale che si terra’ nelle stesse ore della cerimonia a Mosca. Putin ha accusato i Paesi occidentali di cercare di scatenare un sanguinoso massacro nella Comunita’ degli Stati Indipendenti (Csi). A suo dire “cio’ viene fatto per impedire la formazione di un ordine mondiale piu’ giusto” e “l’Occidente sta cercando di riaccendere vecchi conflitti, creando nuovi problemi e crisi”.
Ma, ha avvertito Putin, secondo il quale la guerra in Ucraina e’ figlia del collasso dell’Urss, “l’egemonia unipolare sta inesorabilmente crollando e questa e’ una realta’ oggettiva che l’Occidente rifiuta categoricamente”. L’annessione delle regioni ucraine alla Russia, “non ha posto nel mondo moderno”, ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
“Qualsiasi decisione di procedere all’annessione delle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, non ha valore legale e deve essere condannata (...) E’ un’escalation pericolosa”, ha avvertito. “Oggi, come in passato, una democrazia sta lottando per la sopravvivenza contro l’aggressione di un’autocrazia straniera” ma “io sono convinta che la democrazia prevarra’ ed e’ nostro dovere difendere la democrazia”, ha sottolineato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.